Si trovano a Milano, nel quartiere di Paolo Sarpi, due dei depositi, dove la guardia di Finanza di Torino, nell’ambito di due vaste operazioni in materia di contraffazione e falso made in italy ha eseguito un sequestro per un totale oltre 5,3 milioni di articoli contraffatti.
Il primo intervento ha così preso le mosse da un precedente sequestro, presso alcuni store del capoluogo piemontese, quando i Baschi verdi, insospettiti dai prezzi troppo convenienti praticati su alcuni capi di abbigliamento presentati come di alta qualità, hanno intrapreso mirati accertamenti, i cui esiti hanno confermato i sospetti delle Fiamme Gialle: ovvero il tessuto dei vestiti non era seta, come diceva l’etichetta, ma acrilico.
Le successive indagini hanno poi consentito di risalire a tutte le fasi della filiera degli approvvigionamenti e di individuare, a Milano, all’interno del quartiere “Sarpi”, due depositi, gestiti da un imprenditore di origine asiatica, operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento. Lì sono così stati rinvenuti oltre 51 mila capi di abbigliamento falsamente venduti come abiti di pregio e riportanti nomi noti marchi della moda del lusso da Louis Vuitton” a “Fendi”).
La merce è stata così sottoposta a sequestro poiché i capi recavano false indicazioni riguardo alla loro composizione, sia sulle etichettature sia sui relativi imballi. L’esame dei tessuti, infatti, ha inequivocabilmente rivelato come gli articoli fossero composti in acrilico e non di seta come reclamizzati e posti in vendita. L’imprenditore, è stato allora denunciato all’Autorità giudiziaria per i reati di frode in commercio, contraffazione marchi e ricettazione.
I capi di abbigliamento contraffatti, se posti in vendita, avrebbero fruttato un illecito guadagno per oltre 1 milione di euro.
Il secondo intervento ha invece interessato due depositi del novarese, dove Oltre 5 milioni di accessori di telefonia (power bank, cavi carica batterie, cover, cuffie, auricolari, casse stereo) riportanti segni e simboli tipici del “Made in Italy”, ma in realtà interamente prodotti e successivamente importati dalla Cina, sono stati sequestrati dai finanzieri.
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