Il complesso monastico di Sant’Antonio di Ranverso, sul tratto della Via Francigena tra Rivoli e Avigliana, all’imbocco della Val di Susa, è uno dei più celebri esempi del gotico internazionale. In una cornice naturale ben conservata, il complesso architettonico appare ancora oggi perfettamente riconoscibile nella sua composizione originaria, comprendente oltre alla chiesa, il monastero (con annesso chiostro conservatosi), l´ospedale (del quale si conserva integra solo la notevole facciata con ghimberga e pinnacoli), presso il quale i monaci Antoniani fornivano assistenza ai malati del cosiddetto fuoco di Sant’Antonio (o ignis sacris), nonché un articolato sistema di cascine. La chiesa, dalla pianta disomogenea, a seguito dei continui interventi di trasformazione, viene dotata di un imponente ciclo di affreschi nel corso del XV secolo, fino al 1914 occultati da un’estesa scialbatura del XVIII secolo, eliminata nel restauro di Bertea. Sulla facciata, notevole esempio di architettura gotica, si apre un portico a tre luci sormontate da ghimberghe ornate a foglie giganti, fiori, frutta e ricca vegetazione, terminanti in pinnacoli, decorazioni in cotto pesantemente reintegrate dagli interventi di Alfredo d’Andrade. Notevole anche il campanile, in cotto, con tre ordini di bifore arricchite da lunette con bacini ceramici invetriati. All’interno della chiesa, sull’altare maggiore, trova collocazione il grande polittico di Defendente Ferrari rappresentante la Natività, con ai lati San Rocco e San Bernardino da Siena e, a destra, Sant’Antonio e San Sebastiano; mentre, nella parte bassa, sono ritratti episodi della vita e miracoli di Sant’Antonio Abate. Il presbiterio ospita sulla parete sinistra la "Madonna in trono e i Santi Giovanni Battista, Antonio Abate, Marta, Margherita, Nicola e Martino e i Profeti" di Giacomo Jaquerio; sulla parete destra, si trovano le "Storie di Sant´Antonio Abate e i contadini che offrono maiali a Sant´Antonio". Nella sagrestia Jaquerio affresca, nelle vele delle crociere, entro ricche cornici, "I quattro Evangelisti", sulle pareti l´"Orazione nell´orto" e l´impressionante "Salita al Calvario". Passata l’intera proprietà all’Ordine Mauriziano nel corso della seconda metà del Settecento, il complesso è ancora oggi proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano.
Ещё видео!