Per la Chiesa Cattolica di rito latino, la Bibbia si compone di 73 libri. Di questi, 46 fonti testuali sono state selezionate per il vecchio Testamento e 27 per il nuovo Testamento. Già all'interno della stessa Chiesa però, non condividiamo il medesimo Canone. Le Chiese di rito orientale ad esempio, hanno 4 libri in più per il Vecchio Testamento. Il primo Canone della Chiesa Cattolica, è stato fissato piuttosto tardi, intorno al IV secolo nel Concilio di Micea del 325 d.C. Per noi Cattolici di rito latino, il Canone definitivo, cioé l'indice dei libri che possiamo leggere stampato all'inizio di ogni copia della Bibbia, è stato fissato nel Concilio di Trento (1545-1563). Per le altre Chiese, il Canone è ancora aperto. Il criterio fondamentale di selezione delle numerose fonti testuali di cui disponiamo, prende a riferimento la vita di Gesù Cristo. Con gli Ebrei i cattolici condividono solamente l'antico Testamento perché essi non riconoscono in Gesù, il figlio di Dio che si è fatto Uomo. Le differenze tra Ebrei e Cristiani non investono solamente il Nuovo, ma anche il Vecchio Testamento che per i Cattolici si compone di 46 libri mentre per gli Ebrei la Sacra scrittura si ferma a 39 libri scelti nel primo secolo d.C. a seguito della distruzione del Tempio di Gerusalemme ad opera dell'imperatore Tito (70 d.C.). Andato perso il luogo della centralità del Culto, nacque l'esigenza di fissare un elenco di libri Sacri prima di disperdersi nel mondo intero perché tra le comunità cominciarono a diffondersi le letture di testi tra i piu' diversi. Gli ebrei fissarono quindi tre criteri di scelta. Per essere Sacri, i testi dovevano essere stati scritti innazitutto in lingua ebraica; dovevano contenere il riferimento al nome di Dio; dovevano raccontare una storia accaduta prima del 538 a.C. perchè per gli Ebrei la storia della Salvezza finisce prima della caduta di Babilonia cioé, sei secoli prima della venuta di Cristo. Tutto quanto è accaduto dopo, per gli Ebrei può essere considerato tradizione, ma non è Sacro e quindi, non può essere letto in Sinagoga. Se per i Cattolici il nome di Dio è Gesù, per gli Ebrei il nome di Dio è sconosciuto. Privo di vocali, è stato infatti trascritto in lingua ebraica con le consonanti YHWH la cui corretta pronuncia è andata persa alla morte del Sommo Sacerdote del Tempio di Gerusalemme. Solamente nel medio evo furono aggiunte le vocali del nome "Signore" e fu pronunciato col nome di "Adonai". A differenza degli Ebrei, la verità di fondo per i Cristiani non è l'idea che Dio si sia rivelato agli uomini attraverso un libro, ma incarnandosi in un Uomo. Il libro per i Cristiani, è fonte della rivelazione, non è la Rivelazione che invece è Cristo. Diversamente, si sarebbero chiamati "bibbiani", non Cristiani, perché per essi la Verità è in un Uomo. Infatti, quando la Chiesa ha scelto il suo Canone, ha adottato come criterio il riferimento della scrittura a Gesù Cristo. I libri del Vecchio Testamento assunti come Sacri dai Cattolici sono quei libri che contengono una Profezia con a tema Gesù Cristo ed sono detti "Canone Profetico".
Per il Nuovo Testamento, il solo criterio assunto a guida dalla Chiesa Cattolica, è stato che i testi si potessero ricondurre con certezza ad uno degli Apostoli e che i contenuti fossero tra essi coerenti. Non necessariamente i libri del Vangelo sono stati selezionati perché autografi, ma peché essi si richiamano agli Apostoli ai quali Dio si è Rivelato in carne.
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