L'argomento è stato affrontato nel corso del meeting “Focus sui noduli della Tiroide”, promosso da Antimo Aiello, con la collaborazione di Fabio Rotondi, e Simona Ronti. L’evento si è svolto il 23 novembre 2019 presso l’ospedale Gemelli Molise. I noduli della tiroide sono quasi sempre formazioni benigne e solo in una minoranza di casi hanno caratteristiche di malignità. Uno studio italiano pubblicato sulla rivista scientifica Jama fornisce informazioni molto tranquillizzanti: la maggioranza dei noduli benigni e asintomatici tenuti sotto controllo per cinque anni si dimostra alla fine non pericolosa, le loro dimensioni non aumentano (semmai diminuiscono) e le diagnosi di cancro sono rare. I tumori maligni della tiroide, infatti, rappresentano solo l’1% di tutte le neoplasie maligne e costituiscono la neoplasia più frequente del sistema endocrino. Il numero di casi di tumore della tiroide è però molto aumentato negli ultimi decenni: le nuove diagnosi hanno riguardato soprattutto piccoli carcinomi scoperti spesso casualmente durante un’ecografia tiroidea. È probabile che a tale aumento contribuisca la diffusione degli esami ecografici e che hanno portato a diagnosticare tumori indolenti che in passato non erano scoperti.
Il trattamento più efficace per i tumori tiroidei aggressivi è la rimozione chirurgica della ghiandola tiroidea (tiroidectomia), seguita in alcuni casi dalla ablazione con iodio-131 radioattivo e dalla terapia sostitutiva/ soppressiva con l-tiroxina.
La sopravvivenza è molto elevata nelle forme tumorali ben differenziate (oltre il 90 per cento a 10-15 anni dalla diagnosi)
Dati molto recenti, infine, hanno messo in evidenza che si hanno risultati ancora migliori se il follow-up è eseguito in Centri specializzati e da parte di èquipe multidisicplinari
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