Fa discutere la scelta dell'editore inglese di riscrivere alcune parti dei libri di Roald Dahl: è giusto sostituire gli aggettivi "brutto", "grasso" e "nero" con espressioni più morbide oppure rivedere interi periodi in nome dell'inclusione? E' davvero necessario modificare un'opera letteraria affinché sia accettata dai giovani (e meno giovani) lettori di oggi? Non sarebbe meglio possedere gli strumenti culturali adeguati per saper collocare l'opera nella giusta prospettiva storica e sociale? Ancora una volta il tema della "cancel culture" ci costringe a riflettere sul tipo di società che vogliamo costruire e sul tipo di generazioni che vogliamo formare...
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