Pare che il più antico sistema difensivo di Veio, difesa naturalmente dalla sua posizione rialzata tra i profondi fossi del Valchetta/Cremera a nord e del Piordo a sud, fosse costituito da un aggere, un terrapieno, che già nel IX sec aC cingeva tutto il ciglio del pianoro.
I primi abitanti di Veio erano dunque già consapevoli di quale fosse la loro casa, di quali fossero i limiti tra il vivere civile e il territorio, con i suoi campi e le sue necropoli, ma anche di dove si dovesse andare per visitare gli insediamenti vicini.
Questo sistema venne superato nel corso del VI secolo aC, l'età arcaica, quando le case in muratura avevano già preso il posto delle capanne.
Lungo il ciglio del pianoro, in punti sensibili come le porte o altri dove mancava una forte parete tufacea, vennero eretti segmenti di mura in opera quadrata, con i blocchi messi alternativamente di testa e di taglio, per meglio agganciarsi al terrapieno che avrebbe colmato l'interno del possibile varco.
Nel caso che racconto oggi, per iniziare a dare risposta a Emanuela Ricci sui rapporti tra Veio e le altre città, vediamo questo tratto di mura conservato per 11 filari, circa 4,5 mt di altezza, realizzato con blocchi cavsti sul posto, che ci riporta indietro di 2600 anni.
#veientanisumus
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