La sezione minorile della Corte d’Appello di Palermo ha depositato le motivazioni per le quali è stata confermata la condanna al minorenne imputato dello stupro di Asia. Il servizio di Angelo Ruoppolo.
Lo scorso 5 marzo il giudice per le udienze preliminari del Tribunale per i minorenni di Palermo, Maria Pino, a conclusione del giudizio abbreviato, ha condannato a 8 anni e 8 mesi di reclusione Riccardo Parrinello, 19 anni, imputato dello stupro di gruppo di Asia, 20 anni, avvenuto il 7 luglio del 2023 al Foro Italico a Palermo, quando lui è stato ancora minorenne: 17 anni e 11 mesi. Poi lo scorso 23 ottobre la sezione minorile della Corte d’Appello ha confermato la sentenza di condanna inflitta in primo grado. Ebbene adesso la stessa Corte ha depositato le motivazioni della sentenza, e tra l’altro si legge: “E’ il più piccolo dei sette imputati, ma fu lui ad aprire le danze nella terribile notte della violenza di gruppo al Foro Italico. Non vi è alcun dubbio che si sia trattato di uno stupro e non di un rapporto consensuale. A parte bere in compagnia qualche cocktail al bar in una placida serata estiva, la vittima non ha mai espresso alcun consenso ai plurimi e reiterati rapporti sessuali impostile. Ciò emerge da elementi plurimi ed inequivocabili, oltre che dalle chiare dichiarazioni della vittima, che a riguardo è stata sempre precisa nell’escludere radicalmente qualsivoglia adesione da parte sua al progetto criminale. I ragazzi hanno scelto un cantiere abbandonato e isolato, insistente in una rientranza recintata cosicché nessun passante avrebbe mai potuto notare i fatti senza abusivamente violare la recinzione di una zona buia e poco frequentata. Le implorazioni e le urla di dolore della ragazza non potevano essere sentite da alcuno, ed ella mai da sola avrebbe potuto opporre alcuna efficace reazione. Parrinello è stato il primo ad aprire le danze, per così dire, facendosi praticare sesso orale dalla povera ragazza di fatto immobilizzata e tenuta per il capo. Seppur non si faccia fatica a ritenere che aleggiasse già nelle intenzioni di tutti il proposito di abusare in gruppo della ragazza, i fatti processuali certificano comunque indiscutibilmente che sia stato proprio il giovane Parrinello, per sua stessa ammissione, ad iniziare quella bestiale azione di gruppo. E’ smentito il fatto che non avrebbe mai maltrattato manescamente la vittima perché da una foto si vede Parrinello che sferra un forte schiaffo sul seno sinistro della ragazza facendola urlare di dolore. Per sua stessa ammissione, per paura e superficialità, ha deliberatamente omesso di chiamare i soccorsi. Ha compiuto la maggiore età il 27 luglio, era dunque pressoché maggiorenne ed è fisiologico ritenere che più ci si avvicina alla soglia dell’età maggiore, che Parrinello stava praticamente toccando al momento dei fatti, più debba ritenersi acquisita l’ordinaria maturità legata alla condizione normativa di persona praticamente adulta. Nessuno sconto per un fatto di inaudita gravità. Nelle relazioni redatte dagli psicologi e dagli educatori del sistema penitenziario minorile il ragazzo mostra pentimento ma solo nei confronti di sé stesso e dei propri genitori che ha fatto soffrire tanto, senza tuttavia mai spendere una parola per la vittima. La pena non può certamente essere contratta perché l’imputato non lo meriterebbe”.
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