- COSENZA, 17 LUG - Perizie false per consentire ai
boss della 'ndrangheta di tornare in liberta' o, quantomeno,
beneficiare degli arresti domiciliari, lasciandosi comunque alle
spalle gli spessi muri delle carceri italiane. A stroncare il
meccanismo ci hanno pensato i carabinieri del Ros e del Comando
provinciale di Cosenza che stamani hanno arrestato quattro
medici e le mogli di due boss della cosca Forastefano, una delle
piu' attive nell'alto Ionio cosentino.
Pesanti le contestazioni rivolte dai magistrati della Dda di
Catanzaro ai sei, accusati, a vario titolo, di corruzione in
atti giudiziari, falsa perizia, false attestazioni in atti
destinati all'autorita' giudiziaria, abuso d'ufficio, procurata
inosservanza di pena ed istigazione alla corruzione, aggravati
dalle finalita' mafiose.
Dall'indagine, denominata ''Villa Verde'' dal nome della
clinica del cosentino in cui operavano due dei medici arrestati,
e' emerso che i sanitari si inventavano malattie
neuropsichiatriche, difficili da contestare, per fare
riacquistare la liberta' ai boss.
Il neuropsichiatra Gabriele Quattrone, di 63 anni, primario
di neurologia del policlinico ''Madonna della Consolazione'' di
Reggio Calabria, secondo l'accusa si sarebbe fatto dare poche
migliaia di euro dalla moglie di Antonio Forastefano, prima capo
dell'omonima cosca e adesso collaboratore di giustizia per
redigere, in qualita' di perito nominato dalla Corte d'appello
di Catanzaro, un falso certificato favorevole all'imputato.
Adesso Quattrone e' stato arrestato insieme alla donna, Caterina
Rizzo (43), a Patrizia Sibarelli (30), moglie di Pasquale
Forastefano, esponente di rilievo dell'omonima cosca e ai medici
Massimiliano Cardamone (37), medico legale, Franco Antonio
Ruffolo (58), psicologo in servizio nella clinica Villa Verde di
Donnici Inferiore, e Luigi Arturo Ambrosio (75), posto ai
domiciliari, direttore sanitario della stessa clinica privata.
I quattro medici erano gia' indagati nella stessa inchiesta
dopo avere subito, nel maggio dello scorso, la perquisizione di
studi ed abitazioni, ma lo sviluppo delle indagini, i risultati
di intercettazioni e verifiche documentali e sul materiale
sequestrato hanno indotto i magistrati a chiedere per loro la
custodia cautelare in carcere.
A corroborare l'impianto accusatorio sono poi giunte le
dichiarazioni dei collaboratori Lucia Bariova, convivente di
Vincenzo Forastefano, Salvatore Lione, gia' reggente della cosca
e Samuele Lovato, affiliato alla stessa cosca, in passato egli
stesso ricoverato nella clinica Villa Verde.
Ещё видео!