La basilica di Santa Maria delle Vigne è considerata il più antico santuario mariano di Genova e sembra che il primo edificio sacro fu costruito pochi anni prima dell'anno Mille. Fu più volte rimaneggiata a partire dal XIII secolo però le prime significative modifiche all'originario complesso romanico si ebbero a partire dal 1585, quando su iniziativa della famiglia Grillo, benefattrice della Collegiata, venne deciso l'ampliamento della zona absidale. Soltanto intorno alla metà del Seicento il cardinale Stefano Durazzo, in visita pastorale, constatò un degrado del complesso disponendo l'esecuzione di nuovi lavori. Le opere riguardarono in particolare il completo rifacimento delle navate, con la totale sostituzione delle colonne e la costruzione della cupola che vennero affidate all'architetto Daniele Casella. Con la trasformazione dell'interno in stile barocco vennero totalmente ristrutturate da parte delle confraternite e delle famiglie nobili anche le cappelle e gli altari laterali, arricchiti con dipinti e sculture (le volte saranno affrescate solo nel successivo XVIII secolo). Intorno al 1820 furono completati gli affreschi nelle volte; tra il 1841 e il 1848 la chiesa ebbe una nuova facciata marmorea, in stile neoclassico, eretta su disegno di Ippolito Cremona. Dopo la realizzazione della facciata l'edificio non ha più subito sostanziali modifiche. Cosicchè i numerosi rimaneggiamenti hanno fatto della chiesa di Santa Maria delle Vigne un edificio completamente diverso dall'originario in stile romanico, di cui sono rimaste tracce, oltre al campanile, unica parte conservata completamente integra dal tempo della sua costruzione. Farebbe parte della struttura originaria anche una colonna di marmo verde di Levanto sulla quale è collocata l'immagine della "Madonna della Vita", risalente al XIV secolo La colonna, secondo l'Alizeri, sarebbe stata conservata proprio per la presenza di questa immagine, molto venerata dai fedeli. All'interno gli affreschi nelle volte, ad eccezione di quello nella volta del presbiterio, raffigurante la Gloria di Maria, opera del 1612 di Lazzaro Tavarone, furono realizzati solo tra il XVIII e il XIX secolo. L' altare maggiore, ultimo lavoro di Giacomo Antonio Ponsonelli del 1730, fu costruito su disegno di Pierre Puget.
Tra le opere presenti:
- nella controfacciata, sopra il portale d'ingresso principale, Cenacolo, dipinto di inizio XVII secolo di Simone Balli;
- ai lati del portone d'ingresso, sulla destra è un gruppo scultoreo raffigurante Cristo e San Pietro, di Michele Sansebastiano del 1896;
- sulla sinistra del portone d'ingresso il fonte battesimale, con statue raffiguranti il Battesimo di Gesù (1697), di Anton Domenico Parodi;
- una tavola di Domenico Parodi, raffigurante la "Madonna con i Santi Leonardo e Stefano";
- un dipinto raffigurante "l'Annunciazione" di Giovanni Andrea Carlone;
- un rilievo in marmo (1670 circa) con i "Santi Giovanni Battista e Rocco che intercedono per le anime del Purgatorio", di Daniello Solaro, allievo del Puget e "Madonna col Bambino e angeli", attribuita a Giovanni Mazone (circa 1465);
- altare con un grande tabernacolo in marmo e un dipinto di Domenico Piola, raffigurante il "Trionfo della Croce";
- la bellissima Cappella dedicata alla Madonna delle Vigne; vi è collocato un piccolo dipinto, risalente alla fine del Trecento e attribuito al senese Taddeo di Bartolo, raffigurante la Madonna col Bambino. Sotto a questa tavola si trova la statua dello stesso soggetto, scolpita da Giovanni Battista e Tommaso Orsolino nel 1616 e al di sopra, statue raffiguranti le Virtù teologali, di Filippo Parodi (1661). La volta di questa cappella è affrescata da Domenico Piola (Immacolata Concezione e figure di profeti e Sibille);
- la statua lignea del Maragliano raffiguranti "S. Antonio in gloria" e un gruppo ligneo raffigurante il "Crocifisso" tra la "Madonna" e "S. Giovanni Evangelista";
- un dipinto di Domenico Piola, "Visione di San Giovanni Evangelista" del 1685.
Lungo le navate laterali si trovano cinque altari riccamente decorati e un pregevole corredo di opere d'arte. Gli altari laterali sono intitolati a note famiglie genovesi dell'epoca, alla colonia dei Greci residenti a Genova ed a corporazioni delle arti e mestieri attive nella Genova medioevale, come quella degli Orefici. Il maestoso campanile, alto 56 metri, in stile romanico-gotico, posto a cavallo della via tra i muri perimetrali della chiesa e il chiostro, è l'unica parte conservata intatta dal tempo della sua costruzione.
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