Con tute, mascherine, cartelli di protesta e finte sacche di sangue attaccate al braccio come flebo, gli infermieri della Lombardia, in occasione dello sciopero nazionale del settore, venerdì 28 gennaio hanno manifestato davanti al Pirellone, per chiedere maggiori diritti riguardo alla loro professione che da anche prima del covid, presenta dei problemi strutturali che la rendono sempre più difficile da esercitare.
Gli operatori sanitari, riuniti sotto la sigla del sindacato NURSID, stanchi di non essere ascoltati dalla istituzioni, hanno lanciato un grido di allarme, troppi infatti i problemi che colpiscono il settore: Dalla manca dì personale, ( la stima è di 1 infermiere ogni 12 pazienti, rispetto alla media europea che è dì 1 su 6) all’età media degli infermieri troppo alta (dì 50 anni circa , dai carichi dì lavoro sempre più insostenibili, aggravati anche a causa del covid, agli stipendi troppo bassi notevolmente inferiori rispetto ai corrispettivi europei, che porta anche tanti infermieri italiani soprattutto tra i più giovani ad esercitare la professione all’estero.
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