Nel nostro appuntamento con l’informazione oggi parliamo dei numeri del rapporto Censis nei paragrafi che riguardano le pensioni e la previdenza. Del dibattito sulla finanziaria e la proposta sul silenzio-assenso nella destinazione del Tfr e, infine, della lotta in Albania per un adeguamento delle pensioni e un miglioramento dei servizi di welfare.
E’ ampiamente maggioritaria, con Il 65,2%, l’opinione degli italiani che ritiene si debba riconoscere la libertà individuale di andare in pensione prima dell’età prefissata, sia pure subendo piccole penalità. E’ quanto si legge nel 58° rapporto Censis sulla situazione sociale del paese. Poco meno, il 59,6% crede che sarebbe opportuno consentire ai pensionati di lavorare se vogliono farlo: (il dato sale al 77,6% tra gli anziani). In più, l’84,7% degli italiani ritiene che nelle aziende occorra introdurre meccanismi per trasferire competenze dagli anziani ai giovani. Resta sullo sfondo il tema non aggirabile della futura sostenibilità finanziaria del sistema previdenziale. L’81,5% degli italiani pensa che, con pochi giovani e tanti anziani, la previdenza inevitabilmente andrà incontro a grandi difficoltà. L’81,2% dei giovani è convinto che per garantirsi una vecchiaia serena sono fondamentali i risparmi e il 60,6% giudica essenziale lo sviluppo della previdenza complementare.
Dal 10 dicembre dovrebbe cominciare ad entrare nel vivo la partita in commissione Bilancio alla Camera sugli emendamenti alla manovra. E tra questi, la nuova finestra semestrale per il silenzio-assenso sul Tfr ai fondi pensione. Un correttivo che è sostanzialmente in linea con l’auspicio espresso nei mesi scorsi dalla stessa ministra Calderone e anche con alcune delle richieste della Lega. Dai dati Covip emerge che dal 2007, sulla scia della riforma, a tutto il 2023 è stato generato un flusso di “liquidazioni” di circa 438 miliardi: più della metà (il 55,3%, pari a 241,9 miliardi) è rimasto in azienda. Al fondo di tesoreria, gestito dall’Inps, sono confluiti 98,5 miliardi (il 22,5% del totale) e 97,3 miliardi (il 22,2%) hanno preso la strada della previdenza complementare.
La lotta dei pensionati albanesi ottiene un primo modestissimo successo. Il governo albanese ha annunciato un bonus di fine anno per i pensionati, che in totale ammonta a circa 100 milioni per circa 800mila pensionati. Tuttavia, il "Together Movement", che ha organizzato la protesta dei pensionati nei mesi scorsi chiedendo anche un miglioramento dei servizi di welfare, ha respinto il bonus definendolo "briciole". In precedenza, centinaia di pensionati si erano radunati a Tirana per chiedere un aumento delle loro pensioni e un miglioramento dei servizi sociali.
I pensionati si sono radunati davanti all'ufficio del Primo Ministro, tenendo striscioni con la scritta "Togliete le mani dalla corruzione, aumentate le pensioni" e "I prezzi aumentano, le pensioni diminuiscono". Il movimento dei pensionati ha annunciato che continuerà ad organizzare altre scadenze di lotta anche in altre città.
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