Boston, 2 gen. (askanews) - Archiviate le elezioni di metà mandato, gli Stati Uniti già guardano al 2020 e nella corsa alla Casa Bianca Donald Trump è il macigno che nessuno può aggirare.
Per i democratici la prima a scendere in campo è Elizabeth Warren. La senatrice del Massachussets, critica feroce del presidente in carica, ha annunciato da Boston il varo di un comitato esplorativo in vista della sua candidatura. Ha promesso una campagna "grassroots", cioé cercando sostegno e fondi a livello locale, non affidandosi ai grandi finanziatori. La discesa in campo di Warren è stata accolta con grande interesse ed è probabile che sia seguita a ruota da altri democratici, donne e uomini.
Il campo è aperto; si attende al varco per esempio Beto O'Rourke, astro nascente del partito che per una manciata di voti non è riuscito in novembre a diventare governatore del Texas, roccaforte repubblicana della famiglia Bush.
Ma la sfida a Trump non viene solo dai democratici. Sul Washington Post è apparso un editoriale in esclusiva di pugno di Mitt Romney, già candidato alle presidenziali, sconfitto da Obama nel 2012.
Romney è durissimo con l'inquilino della Casa Bianca. A prescindere dalle strategie, scrive, il presidente forgia il carattere della nazione ed è in questo che Trump si rivela più inadeguato, in patria e per la leadership americana nel mondo.
La presa di posizione lascia pensare che il senatore dello Stato dell'Utah, mediti una nuova corsa alla Casa Bianca, sfidando Trump dall'interno del partito repubblicano.
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