Ho avuto la fortuna di intervistare René Arnoux, ex pilota di Formula 1, celebre non solo per le sue grandi vittorie e per essere stato un pilota Ferrari ma anche per essere "l'altro" Cavaliere del Rischio nel mitico duello di Dijone 79, passato alla storia come la più bella sfida ruota a ruota nella storia della massima serie delle competizioni motoristiche. Un duello ai ferri corti in cui non è mai mancato un elemento fondamentale: il rispetto dell'avversario che, spiega Arnoux, era frutto di una grande amicizia che i due avevano anche al di fuori delle piste. Una rivalità accesa ma allo stesso tempo in grado di generare emozioni straordinarie in un mix diverso rispetto a quello tra Senna e Prost o tra Hamilton e Verstappen. Un Arnoux molto pimpante quello che abbiamo avuto modo di intervistare a Montichiari in occasione della rievocazione storica del primo GP d'Italia che si corse a nel 1921 tra Brescia e Montichiari in un tracciato che poi venne abbandonato in favore di Monza: una corsa incredibile, vinta dalla Ballot 3/8 LC che il campione francese ha avuto l'onore di guidare su quelle strade scoprendo come la tecnologia motoristica francese (8 cilindri in linea, quattro valvole per cilindro, raffreddamento a liquido) fosse estremamente avanzata anche cent'anni fa. Un po' come è stato incredibile anche il progresso compiuto a fine anni 70 da Renault con il turbo che proprio in quella gara di Dijone vinse per la prima volta mettendosi dietro, con Jabouille, la Ferrari aspirata di Gilles. Una intervista che tocca molti temi, dalla sicurezza in F1, allo sport passando per la famiglia e qualche opinione sulla Formula Uno moderna. Ecco cosa ha detto ai nostri microfoni. Ciao Emiliano Perucca Orfei Masterpilot
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