Presentazione del libro di Stefano Bottoni:
Orbàn: un despota in Europa, Salerno editore, 2019
2° incontro del ciclo
IL NAZIONALPOPULISMO NELL'EUROPA DELL'EST
a cura di Cristina Carpinelli
Muro di Berlino: un crollo che ha cambiato il mondo. Ma a distanza di trent'anni dalla caduta del muro la riunificazione dell'Europa si è compiuta? Se il sovranismo, l'identitarismo, le tendenze autoritarie e il populismo di destra trionfano un po' ovunque in Europa, l'unicità del caso centrorientale europeo rimane, a testimoniare che la frattura tra l'est e l'ovest del continente, che molti pensavano ricomposta con l'allargamento dell'Unione europea e della Nato alla metà degli anni duemila, in qualche misura esiste ancora.
"La risposta alla domanda se in Europa centrale i concetti di nazione e nazionalismo hanno un significato diverso che nell'Europa occidentale o negli Stati Uniti è senza dubbio affermativa. Sì, l'idea di nazione nella mente dei polacchi, dei cechi, degli slovacchi, degli ungheresi, dei lituani, dei lettoni, degli estoni, e anche degli ucraini, dei bielorussi, dei romeni, dei moldavi, dei bulgari, degli sloveni, dei croati, dei serbi, dei macedoni, dei musulmani bosniaci, degli albanesi è in molti casi estremamente diversa da quella a cui sono abituati i britannici, i francesi, gli spagnoli, gli italiani e perfino i cittadini della Mitteleuropa, come i tedeschi o gli austriaci. Questa specificità è al tempo stesso motivo di orgoglio e ragione di complessi profondamente nascosti".
Partendo da questa riflessione del politologo polacco Radoslaw Zenderowski, che si trova nel suo saggio "Nation: Central European Context", pubblicato nella raccolta di saggi Understanding Central Europe (Routledge, 2017), la Casa della Cultura di Milano affronta con un ciclo di tre interventi la questione del nazional-populismo in uno spazio geografico particolare: l'Europa centrorientale.
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