Tendiamo ad affrontare i problemi sempre con gli stessi schemi mentali e questo ci porta a commettere sempre gli stessi errori.

In questo video to do dei consigli per smettere di commettere sempre gli stessi errori.

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A volte sembra quasi che la ripetizione dell'errore sia legato proprio alla tentata soluzione che la persona prova a mettere in atto davanti alla problematica. Quindi si presenta una sfida, si presenta un problema e la modalità con cui io provo a risolvere quel problema è in realtà esattamente ciò che mi porta a ripetere per l'ennesima volta lo stesso errore. Proprio di questo meccanismo tra il rapporto tra eventi, errori e tentate soluzione che mettiamo in atto, ho voluto chiedere ad una mia amica, un'esperta, una psicologa e una psicoterapeuta Gloria Vangelista come lei vede questo meccanismo e perché secondo lei si presenta così di frequente nelle persone.

GLORIA VANGELISTA
Per rispondere alla tua domanda ti vorrei raccontare la storiella di un mulo che tutte le mattine doveva trasportare un carico pesantissimo di legna dalla fattoria alla baita in montagna. Una notte si scatena un temporale e un fulmine fa abbattere un albero in mezzo alla strada. Il mattino seguente il nostro mulo si ritrova con il tronco davanti e dice: "qui questo non ci deve essere" quindi non si ferma, arriva e prende una bella testata forte. Sente male però siccome è un mulo dice: "io questo lo voglio spostare perché questo non ci deve stare qui" e quindi prende una rincorsa più lunga e sbam una capocciata più forte e così insiste, a rincorse sempre più lunghe, a capocciate sempre più forti, e come puoi immaginare il nostro mulo non fa una bella fine, muore fracassandosi la testa. Noi essere umani in realtà non è che siamo così differenti.

Il lavoro di Giorgio Nardone ha dimostrato che abbiamo una sorta di difetto di fabbrica per cui tendiamo a insistere nel ripetere soluzioni che non funzionano ma le ripetiamo perché hanno funzionato in passato oppure perché le abbiamo applicate in passato con successo e in situazioni simili, dimenticando però che simile non vuol dire esattamente la stessa cosa.

Si tratta di un processo definito generalizzazione per cui noi tendiamo più a riconoscere che a conoscere. Tendiamo a trasformare per associazione i nostri successi in schemi replicabili. Ti faccio un esempio: se tu sei una manager d'azienda efficiente che controlla tutto, organizza tutto, pianifica tutto e così hai ottenuto successo nella tua professione, molto probabilmente tenderei a replicare questa modalità anche in altri contesti, ad esempio nella tua vita privata, in famiglia, con tua moglie e quindi cercherai di organizzare tutto, controllarla, pianificare le cose e lei magari si ribellerà, e tu pensando di non averlo fatto bene insisterai e cercherai di farlo ancora meglio, controllarla ancora meglio.

Ti ricordi quel personaggio interpretato da Verdone Furio con Magda che quando stava da sola non faceva altro che dire "non ce la faccio più" e purtroppo noi spesso non ci accorgiamo che mettendo in atto soluzioni che non funzionano, insistendo in questo non solo non risolviamo il problema, ma molto spesso lo facciamo peggiorare ancora di più. Oscar Wild diceva: il più delle volte con le migliori intenzioni noi otteniamo gli effetti peggiori.

Quando noi scopriamo magari per caso, che un certo tipo di comportamento risolve un problema, tendiamo a generalizzare, a voler usare la stessa strategia per problemi che reputiamo simili, ma che magari non sono simili o in condizioni completamente diverse, per cui quella tentata soluzione che ha funzionato una volta, non funzionerà più, ma siccome dentro di noi la percepiamo come uno schema di successo, proviamo a ripeterla e sta proprio lì la ripetizione dell'errore.

Quindi una cosa molto importante sul piano strategico è quello di analizzare non soltanto il problema quando vedi che qualcosa si ripete non funziona come vuoi, ma anche il tentativo di soluzione che hai messo in atto, perché a volte è proprio da un approccio alla soluzione diversa che il problema inizia a scomparire.

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