La comunità scientifica italiana, con l’adesione di molti studiosi di altri paesi, ha prodotto un documento intitolato: Appello per la tutela della biodiversità delle sottospecie autoctone di Apis mellifera Linnaeus, 1758 in Italia (Carta di San Michele all’Adige). Questo importante documento fa il punto su uno dei gravi problemi che minacciano le api da miele e quindi anche l’apicoltura, l’agricoltura e l’ambiente: il grave deterioramento genetico delle popolazioni locali di Apis mellifera. Nonostante sia allevata dall’uomo da tempi immemorabili, l’ape resta un animale selvatico, fa parte quindi della fauna selvatica ed è un organismo chiave per la conservazione della flora e quindi degli equilibri naturali. La suddivisone in sottospecie ed ecotipi di Apis mellifera è alla base della sua diffusione naturale in una vasta area del nostro pianeta. Solo le popolazioni ben adattate alla propria area geografica (sottospecie autoctone) ed al proprio habitat (ecotipi locali) sono in grado di svolgere a pieno il ruolo di insetti pronubi principali per le nostre flore. Ma la scienza ci dice che allo stesso modo, le stesse popolazioni locali, sono le uniche a poter garantire all’apicoltura successo e redditività, in quanto sono in grado di resistere meglio agli stress a cui sono sottoposte in questi anni (avvelenamenti da pesticidi, inquinamento ambientale, parassiti e malattie, cambiamenti climatici ecc.). Aderisci anche tu all’appello degli studiosi, sottoscrivi la “Carta di San Michele all’Adige”
Ещё видео!