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Poter stabilire come evolverà una patologia nel tempo per programmare un percorso terapeutico appropriato è un obiettivo sempre più raggiungibile oggi grazie anche all'uso della tecnologia. Nel caso dei sarcomi dei tessuti molli degli arti (tumori rari che colpiscono anche in età giovanile per i quali non è possibile fare prevenzione ma solo una diagnosi precoce non sottovalutando mai sintomi quali tumefazioni che non regrediscono spontaneamente nel giro di un paio di settimane) si può oggi utilizzare dei nomogrammi predittivi (scale grafiche utili come strumenti di calcolo del rischio) per valutare sia la probabilità di sopravvivenza a 5 e 10 anni sia la probabilità di sviluppare metastasi a distanza. Questo grazie alle nuove conoscenze sui sarcomi che appartengono ad una famiglia molto eterogenea di tumori (alcuni a lenta crescita e indolenti, altri molto più aggressivi) e che oggi possono essere analizzati grazie allo studio molecolare delle cellule neoplastiche, indirizzando così verso un trattamento più o meno radicale che può andare dalla semplice escissione chirurgica del tumore a interventi più demolitivi accompagnati da terapie complementari come radio e/o chemioterapia. E per conoscere meglio le nuove strategie diagnostiche abbiamo incontrato il Dott. Alessandro Gronchi, Direttore del Team Sarcomi e della Struttura di Epidemiologia Clinica dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano che ci ha spiegato come i nomogrammi, diversamente dalla stadiazione classica del tumore che prende in considerazione solo la dimensione del tumore e la diffusione locoregionale o metastatica, mettono insieme dati più precisi relativi al singolo paziente come ad esempio l'istotipo del tumore, per arrivare ad una stima di rischio singola e non di gruppo. Individuare un profilo personalizzato del rischio permette quindi di programmare un iter terapeutico più accurato, impostare un follow up che tenga conto delle percentuali di rischio di ricaduta a 5 e 10 anni e condividere con il paziente una consapevolezza e una conoscenza della malattia che lo può aiutare nel coping (la capacità di contrastare la malattia). Questi nomigrammi sono oggi diventati una APP chiamata Sarculator a disposizione dei medici per aiutarli a formulare una stima prognostica inserendo i fattori di rischio e i parametri (come età, localizzazione del tumore, grado di malignità...) in una maschera e rendendo molto più agevole l'inquadramento generale del paziente. Con il Dott. Gronchi parliamo anche della possibilità oggi di una chirurgia conservativa e ricostruttiva anche in caso sia necessario arrivare ad una amputazione con la possibilità di ricostruire sia tessuti ossei, che nervi e vasi sanguigni per restituire ad ogni paziente una buona qualità di vita.
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