Servizio di Stefano Parisini
Crediti video : Roscosmos, Nasa
Lo scorso 15 settembre, alle 17:44 ora italiana, l’agenzia spaziale russa Roskosmos ha lanciato con successo la missione Sojuz MS-24 dal centro spaziale Bajkonur, in Kazakistan, con destinazione Stazione Spaziale Internazionale.
A bordo si trovavano due cosmonauti russi Oleg Kononenko e Nikolaj Čub, e la statunitense Loral O’Hara della Nasa. Kononenko ha iniziato la sua quinta missione nello spazio, mentre per Čub e O’Hara si è trattato dell’esordio.
Il lancio era previsto per lo scorso marzo, ma la missione è stata rinviata per via del problema con la Soyuz Ms-22, afflitta da una perdita al serbatoio mentre era agganciata alla Iss nel dicembre 2022.
Dopo diverse indagini, l’agenzia spaziale russa ha dichiarato che la perdita era dovuta a un meteorite del diametro di circa un millimetro, che avrebbe impattato sul radiatore della navicella ad altissima velocità. Una spiegazione accettata anche dai funzionari Nasa, che a marzo hanno approvato l’operazione di rientro senza equipaggio della Soyuz Ms-22, considerata ormai insicura.
Dopo una breve “rincorsa” durata circa tre ore e due orbite, la Sojuz ms-24 ha attraccato al boccaporto del modulo russo quando in Italia erano circa le nove di sera, mentre i portelli tra Sojuz e ISS sono stati aperti oltre due ore più tardi.
I tre occupanti hanno raggiunto i sette membri di Expedition 69 già a bordo della ISS: gli astronauti NASA Moghbeli e Rubio, i russi Petelin, Borisov e Prokopyev, l’europeo danese Mogensen e il giapponese Furukawa.
Prokopyev, Petelin e Rubio torneranno a casa il 27 settembre con la Soyuz Ms-23, appositamente inviata vuota e attualmente agganciata alla stazione. I tre avranno trascorso 371 giorni nello spazio, che per la Nasa rappresenta il nuovo record assoluto di singola missione più lunga sulla casa spaziale.
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