TG PADOVA (lunedì 21 agosto 2017) - Il carcere terreno fertile per la radicalizzazione. Oggi più che mai all’indomani dell’attentato di Barcellona i penitenziari italiani sono monitorati con attenzione. Nelle celle della casa di reclusione di Padova ci sono sette sorvegliati speciali, tenuti sotto stretto controllo dalla polizia penitenziaria, a rivelarlo è il coordinamento regionale cgil penitenziari. Si tratta di musulmani arrestati per reati abbastanza comuni: spaccio di droga, furto, rapina, lesioni. Ma il processo di avvicinamento all’islam estremo inizia una volta finiti in carcere. Nel carcere di Padova c’è anche un problema sovraffollamento a fronte di una carenza di organico. I sindacati penitenziari chiedono maggiore formazione degli operatori i primi e gli unici di grado di accorgersi di quanto accade dietro le sbarre.Al due palazzi sette detenuti avrebbero manifestato comportamenti sospetti. Nei mesi scorsi in città già altri nordafricani erano stati espulsi. Il primo un tunisino sorpreso più volte a correre nudo in prato della Valle urlando allah akbar era stato accompagnato al cie e una volta rientrato in Italia era stato nuovamente espulso. Rintracciato a Padova ed espulso anche un altro tunisino accusato insieme al fratello di apologia del terrorismo per alcune frasi preoccupati scritte su facebook e inneggianti al Daesh. ([ Ссылка ])
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