Chiesa di Sant'Andrea (Orvieto) | L'antica Velzna, sulle tracce degli etruschi
Prima che Orvieto vedesse nascere il suo celebre Duomo (1290), la vita religiosa e comunitaria della città trovava il suo fulcro principale nella Collegiata dei Santi Andrea e Bartolomeo, più nota come Chiesa di Sant’Andrea, edificata a partire dal 1013, ma la sua storia inizia molto prima, intorno al 1000 a.C., si affacciata sull’ariosa Piazza della Repubblica.
La Chiesa di Sant’Andrea è un mirabile esempio di stile romanico, impreziosito dall’adiacente torre campanaria a pianta dodecagonale.
L’imponente facciata tripartita in tufo presenta, al culmine dell'ampia scalinata d’ingresso, un portale in marmo rosso. Quest'ultimo è impreziosito dalla lunetta con altorilievi di figure sacre, introdotta con il restauro del 1926, insieme alle vetrate del rosone centrale e alle decorazioni del portico laterale.
L’impianto a croce latina consiste di tre grandi navate pavimentate a marmo e sormontate da capriate in legno.
Oltre il transetto, sovrastato da alte volte a crociera, si trova l’abside a pianta quadrangolare, con un organo a canne del ‘900.
Conserva al suo interno testimonianze di varie epoche, tra cui alcuni affreschi trecenteschi e quattrocenteschi, un’edicola sepolcrale della scuola di Arnolfo di Cambio (inizi XIV sec.), una tela di Cesare Nebbia e due del suo allievo Angelo Righi (fine XVI sec.), un dipinto con la Sacra Famiglia di Alessandro Franchi (1895), un crocifisso ligneo di arte contemporanea dello scultore Santo Vincenzo Ciconte (1977).
(Affresco, Madonna con Bambino, S. Marco e committente, attribuito a Pietro di Puccio, XIV secolo)
La sagoma dodecagonale della torre si ispira a quella del campanile della Badia dei santi Severo e Martirio, antico luogo di culto appena fuori città.
Pregevole la triplice sequenza bifore nella parte superiore del campanile, che offre grande respiro all’intera figura architettonica.
I sotterranei della Chiesa di Sant’Andrea conservano testimonianze storiche di 4 differenti fasi evolutive:
la fase più remota è collocabile all’età del Bronzo e di essa ne sono testimonianza ritrovamenti di oggetti in bronzo e ceramica prevalentemente di uso quotidiano e i resti archeologici risalenti all’età etrusca di epoca villanoviana di circa tremila anni fa. Nella cripta sotterranea ci sono ancora intatte le basole della strada di un antichissimo villaggio, pavimentazioni stradali realizzate con pietre di basaltina risalenti al periodo Etrusco (VI – IV secolo a. C.) un’epoca particolarmente fiorente per Orvieto (denominata Velzna all’epoca).
Ad oggi in questo ambiente sotterraneo così particolare, restano ben visibili alcune bellissime pavimentazioni a mosaico che delineano la forma a tre navate, secondo la quale, fu edificata nell’alto medioevo, una basilica cristiana, probabilmente il primo vero edificio di culto della città, risalente al VI secolo.
I pozzi di origine etrusca, che un tempo fungevano da cisterne per l’acqua, furono successivamente sfruttati dai bizantini per il fonte battesimale della loro pregiata basilica in stile ravennate. E le antiche colonne delle scomparse navate fanno oggi da sostegno dei pilastri dell’attuale struttura. Un autentico spaccato di varie epoche!
La fase successiva è ascrivibile invece all’epoca che romana ha lasciato poche tracce, scarse rovine e stratificazioni di terra che ben testimoniano però l’abbandono che subì la città stessa dopo la conquista romana ai danni della popolazione etrusca.
L’ultima fase culturale segna la complessa evoluzione della città sulla rupe, e racconta della nascita di una prima comunità cristiana ad Orvieto come testimonia una pietra di fondazione con una croce scolpita.
I sotterranei della chiesa di Sant’Andrea fanno parte della cosiddetta Orvieto Underground, uno stupefacente complesso di cunicoli che attraversa tutta la città, e che un tempo rappresentava parte integrante della vita del paese sulla rupe.
Curiosità:
le celebrazioni in onore di Santa Maria Assunta, patrona della città a cui è dedicato il Duomo, partono proprio da qui, il 14 di agosto di ogni anno.
Particolari della chiesa
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Sotterranei di Sant’Andrea
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Per le sue chiese e le sue vie, che conservano ancora l’impronta medievale, Orvieto rende felice il viaggiatore romantico.
(Guido Piovene)
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