Quando Silvia propose di fare il Cammino di Santiago, inizialmente mi sentii combattuto: abbandonare la zona di comfort, l’Italia e il nostro furgone per affrontare un viaggio in aereo con le bici impacchettate? Alla fine, però, con l’insistenza e le rassicurazioni di Silvia, decisi di superare le paure e accettare la sfida. Acquistati i biglietti, sapevamo che avremmo fatto il Cammino del Nord fino a Santiago e il Cammino Portoghese fino a Porto.
Prima della partenza, un ricordo di quattordici anni fa riaffiorò: ero in ospedale dopo un incidente e un amico, Gigi, mi mostrava le foto del Cammino con gli occhi che brillavano. Parlava delle sfide e dei pellegrini incontrati. Allora pensai che per me sarebbe stato impossibile vivere un’avventura simile, ma ora, nonostante i dubbi, ero deciso. Partimmo da Milano l’8 agosto, una calda giornata estiva, con le bici imballate e pronte per l’aeroporto.
Arrivati a Bilbao senza problemi, ci fermammo a visitare il Guggenheim Museum e poi via verso Portugalete, dove ci aspettava il nostro primo ostello. Scoprimmo presto che molti ostelli sul cammino sono gestiti da volontari e riservati ai pellegrini, offrendo un'accoglienza calda e autentica. La mattina seguente, ci svegliammo presto e partimmo alla scoperta della costa. Passammo per Zierbena, ammirando le onde dell’oceano e il paesaggio, e terminammo la giornata nell’ostello di Guemes, un luogo fondato da padre Ernesto, dove volontari offrono il loro tempo per accogliere i pellegrini.
Il giorno successivo, la strada ci portò a Xomo, famosa per i surfisti, e poi a Santander, dove prendemmo un traghetto per proseguire lungo il cammino. Attraversammo paesaggi idilliaci tra oceano e campagne, e, su una salita difficile, un signore appassionato di ciclismo ci offrì una bibita, felice di vedere dei “bicigrini” passare di lì. Dopo una sosta a Santillana del Mar, arrivammo a San Vicente de la Barquera, incantati dal panorama sul Picos de Europa.
In ostello facemmo amicizia con Albert, un ragazzo catalano simpatico con cui condividemmo la tappa successiva. Ci raccontò come in Spagna gli automobilisti siano attenti ai ciclisti, un rispetto che in Italia purtroppo manca. Tuttavia, quella sera ricevetti una brutta notizia: le condizioni di salute di mio padre erano peggiorate. Continuammo il viaggio con un po’ di malinconia.
Entrando in Asturia, tra colline e villaggi, arrivammo infine a Xixon. Qui dovemmo decidere se rientrare in Italia in treno per stare vicino a mio padre o proseguire. Il caso decise per noi: non c’erano vagoni per trasportare le bici, così continuammo verso Aviles e ci fermammo all’accogliente Albergue San Martin de Laspra, gestito con amore da Germain e Maria, che ci accolsero come fossimo di famiglia.
Il giorno seguente, partimmo sotto un cielo con un arcobaleno, un buon auspicio. I saluti “Buen Camino” con gli altri pellegrini divennero una piacevole routine. Incontrammo altri ciclisti che facevano il Cammino in versione “race” e pedalai per un po’ accanto a Pepe, un altro “mono-gamba” come me, condividendo il nostro rispetto reciproco. Quella sera arrivammo a Luarca, una cittadina incantevole, e decidemmo di riposarci gustando del pescado locale.
Proseguendo verso Santiago, trovammo paesaggi incredibili e incontrammo Eba e Dieghito, che ci consigliarono un chiringuito dove gustare sardinas e pulpo alla galiziana. Sebbene fosse tutto prenotato, loro ci cedettero il loro posto, mostrando una gentilezza rara. Il giorno dopo, lasciammo l’oceano e ci addentrammo nell’entroterra verso Santiago. Le serate negli ostelli diventavano occasioni di incontro e condivisione, e ogni giorno eravamo grati per le persone che arricchivano il nostro cammino.
Nell’ultima tappa, gli ultimi 86 chilometri verso Santiago, il Cammino del Nord si unì a quello Francese. Notammo una differenza: la folla era composta per lo più da turisti, e lo spirito autentico del cammino si era perso, tra locali affollati e prezzi elevati. Fortunatamente, essendo in bici, potevamo proseguire senza soste. Con emozione e malinconia, raggiungemmo infine Santiago, consapevoli che il viaggio stava per concludersi. Silvia continuò verso Porto, mentre io tornai a casa per concludere un altro tipo di cammino.
Questo viaggio ci lasciò non solo ricordi di paesaggi e incontri, ma anche la consapevolezza che ogni passo è un dono prezioso. Le persone che incontriamo hanno il potere di arricchirci, di ispirarci a vivere meglio e con gratitudine. La vita è un cammino di sfide e meraviglie, e la cosa più importante è affrontarlo con coraggio e godere di ogni singolo passo, fino alla fine.
Cammino di Santiago in bikepacking
Теги
preparazione cammino di santiagocammino di santiagosantiago di compostelaconsigli di viaggioviaggiosantiagocammino franceseportugaletexomosantanderbikepackingcamminodelnordavventurainbicicomfortzonebicigriniostelliTappeCamminoSantiagoViaggioSpiritualePellegrinaggioviaggio in biciviaggiare in biciclettaCanyongrailGravelCanyongrizlGrizlGrizlcfsl6