In un anno dall’inizio della pandemia da Covid-19 sono stati fatti dei progressi nella conoscenza del virus Sars CoV-2 e nella ricerca. Il team del laboratorio di genetica medica dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata guidato dal prof. Giuseppe Novelli, genetista italiano di fama internazionale, sta portando avanti una ricerca sulla variante genetica legata a forme più severe di Covid-19 firmata del Consorzio internazionale di genetica Covidhge, in collaborazione con l’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. La ricerca, la prima in questo ambito che ha tra gli obiettivi anche quello di contribuire allo sviluppo di terapie personalizzate, è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Science ed è considerata tra le top 10 scoperte scientifiche del 2020.
Il team italiano guidato dal prof. Novelli sta anche collaborando con l’Università di Toronto ad uno studio sugli anticorpi monoclonali.
Quanto incide la variabilità genetica nello sviluppo della malattia? Che cosa è emerso dai primi risultati dello studio internazionale?
Una carenza della barriera innata può essere la causa dei sintomi gravi del virus? Una forte risposta immunitaria può essere sufficiente a non contrarre il virus Sars CoV-2?
Le terapie a base di anticorpi monoclonali per i pazienti ad alto rischio in fase precoce Covid-19 ad oggi autorizzate e disponibili sono quelle prodotte negli Stati Uniti. È stato dimostrato che gli anticorpi monoclonali sono utili in una fase inziale della malattia, ma si stanno conducendo altri studi per verificare, in quantità e modalità diverse, l’efficacia anche nella fase avanzata. Il team italiano del laboratorio dell’Università degli studi di Roma Tor Vergata in collaborazione con l’Università di Toronto ha condotto uno studio sugli anticorpi monoclonali ed è in trattativa con un’industria farmaceutica per la produzione ai fini della sperimentazione.
Qual è l’azione degli anticorpi monoclonali? Sono efficaci contro le mutazioni?
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