Roberto Saviano racconta la storia tratta dal nuovo libro "Noi due ci apparteniamo" edito da Fuoriscena. Paolo Di Lauro, super boss della camorra di Secondigliano (Napoli), ha dieci figli e passa il tempo in giro per il mondo a gestire con i suoi sodali le attività del clan più potente di Napoli. Ha appena incassato una sconfitta sentimentale. Lui e gli altri pezzi da novanta della mala partenopea - Maurizio Prestieri, Raffaele Amato, Enrico D’Avanzo e Gennaro Marino - erano a Barcellona, in un albergo di proprietà del clan, e hanno fatto delle avances a una ragazza dell’Est ricevendo un rifiuto secco. Quando hanno provato a insistere, un amico della ragazza, che lavorava nella struttura come istruttore di arti marziali, si è intromesso. Loro l’hanno inseguito, ne è nata una lite in cui il ragazzo, disarmato, ha malmenato l’intero gruppo di camorristi. Di Lauro si è vendicato il giorno dopo obbligando l’istruttore di arti marziali, pena la morte, a praticargli una fellatio davanti a tutti. Andato via da Barcellona, Di Lauro è tornato a Secondigliano da sua moglie e dai suoi figli per poi ripartire con l’amico Prestieri alla volta della Slovenia. Lì, si è ripetuta la scena dell’albergo spagnolo: il boss ha messo gli occhi su una ragazza russa poco più che ventenne e le si è avvicinato facendole dei complimenti. Solo che stavolta la ragazza li ha accettati. È la nemesi che Di Lauro attendeva, una medicazione al suo orgoglio di seduttore ferito. Prestieri non li vede più. Paolo e la ragazza russa iniziano a fare vita di coppia, escono insieme, cenano insieme, si chiudono per ore in camera senza dare notizie. Fra Scampia e Secondigliano, nel frattempo, è esplosa la sanguinosa faida tra il clan Di Lauro e quello degli scissionisti che vogliono prendere le redini del narcotraffico. Ma a Paolo non interessa nulla. Anche da latitante, segue la sua fidanzatina ovunque lei vada, mentre i poliziotti seguono lui. Quando lei, dopo aver deciso di tornarsene in Russia a casa dei genitori, sparisce, il boss la segue anche lì, andando a stabilirsi nella casa di famiglia.I suoi colonnelli sono atterriti, la guerra fra clan impazza. Scampia e Secondigliano sono divise in trincee. I vecchi, gli scissionisti, che adesso tutti chiamano gli spagnoli, colpiscono. I giovani, i Di Lauro e le loro nuove leve, rispondono. I corpi vengono trovati crivellati di proiettili, amputati, o completamente carbonizzati, come quello della povera Gelsomina Verde, colpevole solo di aver avuto una relazione con un giovane del clan perdente. Nonostante gli alleati vengano a chiedergli fino in Russia il suo intervento, non vuole saperne nulla. Per lui esiste soltanto la sua fidanzata. Lei scappa a Ginevra, lui va a scovarla fin lì. Lei torna in Russia, lui anche. Quando il boss decide finalmente di tornare a Secondigliano, il suo clan è talmente indebolito che arrestarlo, per i carabinieri, è un gioco da ragazzi.
Questo episodio è tratto dal libro "Noi due ci apparteniamo" edito da Fuoriscena.
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