#5minuticonDante: Nunzia D'Antuono (Università di Salerno), "Un esordio costruito a regola d'arte (Inf. XXXII, 1-15)". I primi quindici versi del XXXII dell'Inferno appaiono isolati dal resto del canto: la descrizione del "pozzo scuro" riprenderà solo a partire dal verso sedicesimo. Dante, giunto nel nono cerchio, si prepara a una pericolosa esplorazione delle parti più profonde dell'universo. La scelta dei vocaboli, del ritmo del verso e dell'asprezza dei contenuti e delle rime ("chiocce e aspre") accompagna la descrizione del luogo. Quattro delle novantatré rime uniche della prima cantica si ritrovano proprio in questi endecasillabi: sulla pagina il poeta imprime una violenza lessicale e ritmica per cui ancora necessario è l'intervento delle Muse.
Nunzia D’Antuono è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Salerno. Studiosa in particolare delle forme e delle tipologie romanzesche dell’Otto e del Novecento, ha pubblicato saggi, in riviste e volumi collettanei, su Ranieri, Cuoco, Borgese, Morante, Ortese, Arbasino. Ha all’attivo due monografie: L’Asino che ride. Saggi e ricerche su Luigi Settembrini e Il romanzo a Napoli (1833-1854): forme e tipologie. Oltre ai Dialoghi di Luigi Settembrini, ha riedito di Carlo Mele, Degli odierni uficii della tipografia e de’ libri (2002) e Storia di un nuovo pazzo (2003); di Antonio Ranieri, Ginevra o l’orfana della Nunziata (2005) e Frate Rocco (2007). Collabora con il Dizionario Biografico degli Italiani.
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