Nel 1986, Viola Valentino avrebbe dovuto partecipare al Festival di Sanremo con "Amore stella", brano scritto appositamente per lei da Guido Morra e Maurizio Fabrizio, e che lei infatti registra, salvo poi essere in extremis affidato a Donatella Rettore su imposizione dell'etichetta discografica di quest'ultima, la Ricordi.
Dal canto suo, Rettore ne offre un'ottima interpretazione, compromettendone tuttavia gli esiti anche a causa dell'irriverente atteggiamento da lei assunto nei confronti della kermesse e del brano in particolare, che sin da subito dichiara apertamente di non aver mai apprezzato, subendolo come un'imposizione del tutto inappropriata alla sua personalità ed al suo profilo autorale, che però non poté che accettare visto che con la Ricordi aveva appena firmato, dopo una breve e ben poco entusiasmante esperienza discografica sotto la guida di Caterina Caselli alla CGD.
Per un lungo periodo Rettore addebitò a questa canzone - a suo dire, all'epoca, un vero e proprio simbolo di perdenza - non soltanto il declino della sua popolarità, ma anche la fase più controversa della sua vita affettiva, segnata l'anno dopo dalla morte del padre. Anche per questo è sempre stata un po' restìa nel riproporla.
In realtà, malgrado l'abbia incisa senza alcuna convinzione, "Amore stella" resta comunque ad oggi una delle sue interpretazioni di maggior successo, anche se parziale rispetto alle altre sue hit di inizio anni '80.
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