Raffaele, un detenuto di 29 anni che ha trascorso metà della sua vita in carcere. Vive a Secondigliano e lavora nella raccolta differenziata dei rifiuti; attività che gli permette di mantenere, fuori dal carcere,madre e sorella. Lo chiamano gemello perché ha altri due fratelli, uno dei quali in carcere.
Le sue giornate passano lentamente nella ristrettezza degli spazi, delle stanze, delle parti comuni, nei ritmi stabiliti che lo costringono a pensare giorno dopo giorno alla vita che non ha vissuto.
Vincenzo Marra torna al documentario che aveva evidenziato la grandissima capacità autoriale. Nuovamente in una Napoli diffusa che aveva già "trovato" filmicamente tre volte. Questa volta il tentativo, dopo aver "superato" con la macchina da presa lo spazio carcerario, è quello di abbattere le mura psicologiche e comunicative dei suoi personaggi, loro malgrado compromessi da una dialettica con il luogo coatto.
Una riflessione forse cruda sul mondo carcerario che va dalla feroce privazione della libertà al sostanziale adattarsi alla Pena, enucleando vicende e sbagli personali. Nella loro alienazione rispetto ad un presente forse costantemente costretto a volgersi al passato. (A cura di Marco Guarella)
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