I loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 18,1-5.10
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?».
Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli.
Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.
Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».
Commento di Marco Pasquali
Oggi (2 Ottobre) la Chiesa la memoria degli angeli custodi, in particolare quelli denominati “custodi”, cioè quelli che la tradizione vede assegnati ad ogni persona perché gli aiuti. Sebbene la cultura occidentale sembra volersi emancipare dal trascendente, queste figure spuntano continuamente dall’immaginario odierno, al punto che li vede protagonisti di una serie animata che è entrata nella storia dell’animazione chiamata “Neo Genesis Evangelion”. L’autore, Hideachi Anno, sebbene si sia preso delle licenze nel descrivere questi esseri, in realtà ha finito per illuminare alcune aspetti di queste creature che forse non abbiamo ben presente. Per prima cosa il loro nome: nella serie vengono chiamati in giapponese “Shito” traducibile in realtà con apostoli. Se guardiamo bene Il termine “angelo” che usiamo è in realtà un termine greco che significa “messaggero”, facendo sì che prendano il nome dalla loro funzione, cioè quella di consegnare un messaggio da parte di Dio, visto il mittente diremmo un “lieto messaggio” che in greco si dice “Eu-vangelion”. Se la sacra scrittura preferisce puntare l’attenzione sul mittente, la serie li chiama “apostoli”, anche questa una parola greca che significa “inviato”. Tra i due termini la differenza è solo nel fatto che nel cos degli apostoli sono essi stesi il messaggio, o meglio, la loro presenza e testimonianza è il messaggio di Dio per l’uomo. Se nella serie gli uomini sono guidati da un’organizzazione chiamata NERV il cui slogan è “Dio è nel suo paradiso per cui nella terra va tutto bene”, gli angeli vengono a ricordare la presenza di Dio. Come? In un modo misterioso, che si capirà solo alla fine, quando apparirà l’ultimo angelo Tabris, che avrà sembianza umane. Al tentativo dell’uomo di nascondersi, Dio si fa presente stanando le false sicurezze dietro cui l’uomo si nasconde, inizialmente con angeli che interverranno su vasta scala, su avvenimenti che coinvolgono molte persone, poi sempre più individualmente, fino ad arrivare al rapporto di Tabris con il protagonista: Shuinji Ikari. Al desiderio di Shinjuku di essere riconosciuto dal Padre che lo ignora e lo usa solo per i suoi scopi, Tabris risponderà “io sono stato creato solo per incontrarti e questo mi rende felice”. L’importanza e l’unicità di ciascuno per Dio è il messaggio che questi moderni angeli sono venuti a portare, con una presenza che vuole da una parte rompere le solitudini postmoderne e dall’altra condurre gli uomini verso la maturazione della propria capacità di libertà e scelta perché possano ricambiare questa amore con scelte coraggiose e personali. Al tempo stesso non viene tolto il mistero di un segno più grande che non avvolge il singolo, ma anche lo collega al destino degli altri, visto con sospetto e diffidenza dall’interno del proprio guscio, ma destinati a condividere lo stesso progetto di amore, che si comincia a palesare solo dopo che vi viene liberati dalla prione che ci si è creati da soli.
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