Ad un anno dall’inizio della pandemia, ormai è chiaro che lo smart working diventerà sempre di più una modalità di lavoro che le aziende cercheranno di promuovere e i lavoratori avranno la possibilità di scegliere, ma che senza dubbio andrà a cambiare le dinamiche sociali delle grandi città come Milano.
Secondo alcuni dati elaborati dal Politecnico, la percentuale di lavoratori milanesi che continuerà a lavorare da remoto anche dopo la pandemia, arriverà a circa il 30 per cento, con soluzioni di alternanza tra ufficio e smart working che diventeranno sempre più ibride.
Per la maggioranza dei lavoratori, però, con lo smart working, l’equilibrio tra lavoro e vita privata è peggiorato così come sono aumentate le ore di lavoro in cui viene richiesto di rimanere reperibili, motivo per il quale, dopo un iniziale periodo di assestamento ora è necessario mettere giù degli accordi mirati tra datori di lavoro e dipendenti.
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