Il film evidenzia come la politica – spettacolo americana abbia generato mostri che nulla hanno a che fare con il bene pubblico. "Il film è un vigoroso gesto di denuncia di un sistema ormai sclerotico, incapace di rinnovarsi e di uscire da una spirale perversa da lui stesso creata (Cinematografo.it). La pellicola racconta della campagna elettorale di un cantante "folk" di successo, sospettato di tendenze fasciste, che punta al seggio di senatore in Pennsylvania. Tutto sembra andare a gonfie vele finchè un giornalista non lo accusa di essere coinvolto in traffici di armi e di droga. La sceneggiatura mette in evidenza quei modelli di campagne elettorali basate sull'immagine anziché sui programmi, sui pericoli della “mediatizzazione” del confronto politico, come ha scritto bene Lietta Tornabuoni nella sua recensione pubblicata da 'La Stampa', il 30 ottobre 1992.
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