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La salute degli animali – sia da compagnia che da allevamento - ha uno stretto legame con la salute dell’uomo ecco perché è importante mettere in campo strategie di prevenzione della salute del mondo animale con l’obiettivo di una salute One Health. Dalla recente indagine GSK Eurisko “Human&Animal Health: prevenzione e benessere per l’animale e per l’uomo” emerge che circa il 34% degli italiani possiede un animale domestico, parliamo quindi di più di 8 milioni di famiglie, che considera il proprio cane o il proprio gatto parte del nucleo familiare. Gli oltre 1000 intervistati hanno però dichiarato di sapere poco riguardo le ricadute della salute animale su quella dei membri della famiglia (meno di 1 su 10 conosce il rischio di trasmissione di malattie) e se i proprietari di animali domestici tengono alla salute del loro cane o gatto e quando si ammala lo portano dal veterinario manca però una cultura della prevenzione (solo la metà dei possessori di animali da compagnia li fa vaccinare e ancora meno fa profilassi contro zecche, pulci, parassiti…) Un esempio di come si possa essere attenti al benessere dei nostri animali da compagnia, e di proteggere contemporaneamente anche chi vive con loro, è quello di pulire il pelo del cane o del gatto dopo che è stato fuori casa (e lo fa regolarmente solo 1 padrone su 4) controllare le zampe e pulire il muso soprattutto se è stato al parco. Il ruolo del veterinario resta fondamentale anche per costruire una prevenzione su misura in base al rischio epidemiologico dell’animale (sta sempre in casa, esce, va in vacanza con i padroni in zone a rischio epidemie, viene portato in una pensione per animali…)
Discorso diverso è quello degli animali da allevamento, e in questo caso gli italiani vogliono avere garanzie sulla salute degli animali per paura di malattie che possano essere trasmesse all’uomo. Ma quali sono le informazioni più richieste? Per la maggior parte degli intervistati è importante che vengano fatti controlli periodici, che l’alimentazione sia sana, che gli animali vengano vaccinati correttamente , che vengano trattati con la minor quantità possibile di antibiotici e che si conosca l’origine dei prodotti (si preferiscono i prodotti italiani). E proprio sull’utilizzo di farmaci antibatterici nel mondo animale si sta diffondendo la cultura di un uso più attento (isolando gli animali malati e trattandoli in modo mirato) per ridurre il rischio di antibiotico resistenza, fenomeno purtroppo ben noto anche nell’uomo. Un mezzo per raggiungere questo obiettivo è aumentare la profilassi di massa (non antibiotici orali ma vaccini sempre più efficaci) per aiutare gli animali ad essere più sani e di conseguenza avere maggior sicurezza per la nostra salute.
Si è parlato di tutto questo nel corso della Conferenza Stampa “Prevenire è meglio che curare, quanto ne siamo consapevoli quando parliamo di animali?” promossa da MSD Animal Health in cui è stata presentata la ricerca GfK Eurisko e nel corso della quale abbiamo intervistato:
Emanuele Minetti, Presidente ANMVI Lombardia, Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani
Roberto Villa, Professore Ordinario di Farmacologia e Tossicologia Veterinaria presso l’Università degli Studi di Milano
Paolo Sani, Amministratore Delegato di MSD Animal Health
Isabella Cecchini - Health Director GFK Eurisko
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