Verona, Basilica di San Pietro martire in Santa Anastasia
Concerto di 9 campane a corda in Do3 (Francesco Cavadini 1839; La3 F. Cavadini 1840; Re4, Do4, Si3 Achille ed Ettore Cavadini 1923; Do3 Francesco De Poli 1989)
Concerto per la S. Messa nella vigilia di Pentecoste, eseguito durante la XIII edizione di Campane di Pentecoste
La chiesa di San Pietro martire fu costruita accanto al convento dei Domenicani tra il 1290 e il quarto decennio del XV secolo, andando a sostituire l’oratorio medievale di Sant’Anastasia. La costruzione dell’ampia basilica fu patrocinata dagli Scaligeri e da Guglielmo di Castelbarco, consigliere personale di Cangrande I della Scala. A trent’anni dall’inizio dei lavori risultavano già ultimate le absidi, il transetto e le prime due campate, sulle quali campeggiava lo stemma dei Castelbarco. Nella seconda metà del Trecento i lavori subirono un forte rallentamento a causa del declino degli Scaligeri, salvo poi riprendere nel 1422, quando papa Martino II concesse alla chiesa alcuni privilegi di tipo spirituale legati alle indulgenze, i quali portarono nelle casse della fabbriceria un ingente somma di denaro. La chiesa fu completata in una dozzina di anni, eccezion fatta per la facciata, il cui progetto avrebbe previsto un rivestimento in marmo. L'interno fu impreziosito a partire dal 1433, quando iniziò la costruzione delle cappelle laterali, edificate in memoria delle personalità più illustri della città. In prossimità del braccio sinistro del transetto fu eretta l'imponente torre campanaria gotica, completata tra il 1398 e il 1440 seguendo lo stile del complesso absidale. Il fusto del campanile termina con l’elegante cella campanaria, caratterizzata da una trifora per lato, sormontata dalla cuspide conica per un’altezza complessiva di 71,6 metri. Le magnifiche volte a crociera furono decorate con motivi floreali da Giovanni Badile, che qui lavorò almeno fino al 1440, come testimoniato da una data affrescata nella navata centrale. Tra il 1433 e il 1438 il Pisanello fu chiamato a decorare l'esterno della Cappella Pellegrini, affrescando la famosa scena di San Giorgio con la Principessa. Ai Frati domenicani conventuali subentrarono nel 1449 i Domenicani riformati, che commissionarono a Pietro da Porlezza il nuovo pavimento, realizzato con la triplice cromia di marmo nero, bianco d’Istria e rosso di Verona, a simboleggiare la veste dei frati intrisa dal sangue del martirio di san Pietro. Nel 1460 la torre fu dotata di una campana di Gasparino da Vicenza, realizzata a completamento del concerto di cinque in tonalità minore. La chiesa fu solennemente consacrata nel 1471 dal nuovo vescovo Giovanni Michiel. Nel 1488 il maestro Michel rifuse due campane, in collaborazione con Antonio Zeno. Nel 1555 un fulmine colpì rovinosamente la torre campanaria, nuovamente danneggiata e riparata nel 1661. In occasione del primo incidente si era resa necessaria la rifusione di una campana a opera di Alessandro Bonaventurini. Nel 1622 i fonditori Pietro e Francesco De Levis aggiunsero una nuova campana alla torre, per poi rifondere nel 1625 la maggiore a seguito di un’incrinatura. Il campanone venne nuovamente rifuso nel 1649 da Bartolomeo Pesenti, che lavorò gratuitamente con il bronzo pagato dal comune. Nel 1806 l'ordine dei Domenicani riformati fu soppresso dal governo francese e la chiesa di Sant’Anastasia venne affidata al clero secolare, divenendo una delle parrocchie del centro storico, mentre i beni del convento furono incamerati dallo stato. Le quattro campane minori vennero rifuse da Pietro Partilora nel 1817, in modo da ottenere un concerto in scala con il campanone del Pesenti. La campana maggiore venne rifusa nel 1821 e durò circa dodici anni, poiché nel 1833 Antonio Selegari decise di rifondere il concerto per rendendolo più grave di un semitono. Le campane vennero nuovamente rifatte nel 1839 da Francesco Cavadini, che montò il concerto a sistema ambrosiano, aggiungendo una sestina l’anno successivo. Il concerto fu completamente rinnovato nel 1904, convertendo la montatura dall'ambrosiano a sistema veronese. Nel 1923 il concerto fu ampliato a nove campane, rendendo Sant’Anastasia il primo campanile della città con un concerto così ampio. In questa occasione fu sostituito anche l’originale telaio in legno. Nel 1989 la fonderia De Poli rifuse il campanone incrinato, portando il concerto al peso complessivo di 5659 kg. Il campanile è oggi sede della Scuola Campanaria Verona, fondata a San Giorgio in Braida nel 1776. Santa Anastasia è la più grande chiesa di Verona, popolarmente chiamata con il nome della santa nonostante fosse nata come dedicata a San Pietro martire.
Un ringraziamento ad Alberto e alla Scuola Campanaria Verona.
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Le campane della Basilica di Sant'Anastasia, Verona
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