Il muro di impotenza sta crollando. La sensazione di incapacità e paura di fronte all’Alzheimer, fino a ieri considerata una malattia senza rimedio (e quindi ineluttabile evoluzione della senescenza), inizia finalmente a sgretolarsi con l’approvazione ufficiale negli Stati Uniti della prima vera terapia, se pur efficace solo nelle forme precoci.
È una vittoria, a patto che i primi segni dell’Alzheimer vengano riconosciuti e si intervenga tempestivamente almeno contro i depositi della sostanza che soffoca lentamente i neuroni: l’amiloide. Questo processo per fortuna è lento (può durare anche 10 - 15 anni) dandoci il tempo necessario per intervenire con il nuovo farmaco.
In Italia è partita la Campagna Lilly che invita a superare lo scetticismo e a riconoscere tempestivamente l’esordio della degenerazione cognitiva.
Ma quali sono i segni precoci?
Alessandro Padovani e Annachiara Cagnin
Campanelli d’allarme che devono avere la conferma di test neurologici ed esami di Risonanza Magnetica. Si può fare prevenzione correggendo lo stile di vita, ma oggi nuove terapie promettono di intervenire su una delle principali cause della malattia.
Un progetto nel quale l’azienda Lilly sta lavorando da 35 anni. Oggi ci crede più che mai e lancia la prima campagna sulla diagnosi precoce.
Elias Khalil
Ещё видео!