Alessandro Barbero: Le ferite di Caporetto
prof Alessandro Barbero: "Caporetto è uno degli eventi che aprono la strada al fascismo, le cui spaccature non sono ancora del tutto guarite. Dopo Caporetto si apre un solco fra i generali – i principali colpevoli – e il sistema politico parlamentare, che gli ufficiali ritengono marcio e corrotto, incapace di governare col pugno di ferro. In quei loro discorsi si vedono le premesse del fascismo. Altre cicatrici aperte? Caporetto è ancora visto come il frutto della vigliaccheria dei soldati italiani, perché fu Cadorna stesso a dirlo. Infine, dopo Caporetto nasce una commissione parlamentare d’inchiesta che individuale responsabilità di molti generali. Non insiste, peraltro, sulle colpe di Badoglio. In un Paese come l’Italia, abituato alle dietrologie e ai misteri, i motivi di quel fatto vengono ancora discussi. Quale fu la «realtà» di Vittorio Veneto? Quella di una guerra che abbiamo vinto perché il nemico si è dissolto da solo. La nostra vera vittoria ha luogo nel giugno 1918, quando gli Austriaci provano a sfondare sul Piave e noi teniamo. A quel punto i giochi sono fatti, ma noi attacchiamo solo quando il governo ha chiaro che la guerra finirà in pochi giorni: se finisse col nemico che occupa ancora un pezzo d’Italia, alle trattative il nostro Paese farebbe una figuraccia."
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