12PORTE - 21 dicembre 2017: È bello e da soddisfazione insegnare ai bimbi a pregare davanti al presepio. Di sicuro sicuramente è meglio che cercare di farlo con gli adulti.
Riesce naturale, per esempio, quando si spiega loro che arrivando al presepio per pregare, in quel presepio in realtà si sta già pregando.
Che tutti quelli che stanno lì (Maria, Giuseppe, i pastori, i magi, gli angeli e i somari), tutti stanno già che pregano, ancor prima che qualcuno arrivi.
E quando ci mettiamo davanti a un presepio, quello che ci viene chiesto o proposto non è tanto di cominciare una preghiera, ma semmai di aggregarci a una preghiera che è già cominciata.
I bambini non sono disturbati da questa idea. Anzi, a loro sembra perfino logico.
I bambini (se sono bene educati) capiscono di non essere l’ombelico del mondo e che non gira tutto attorno a loro…
Per questo è facile insegnare loro ad aggregarsi alla adorazione dei Magi, a quella dolce ripetizione del nome “Gesù, Gesù,” con il quale la Madonna culla suo Figlio; unirsi allo sguardo di meraviglia e di gioia di Giuseppe, il taciturno, così come riesce loro facile entrare nel canto degli angeli, nella preghiera dei pastori o perfino in quella preghiera incomprensibile (ma preghiera) del bue, delle pecore e del cane pastore.
Con poco sforzo, i bambini imparano che non è necessario PRODURRE una preghiera, costruire una orazione: perché la preghiera è già lì, sempre lieta, già iniziata, e sgorga proprio da quella fonte silenziosa.
I bimbi sanno anche che quando si alzano e se ne vanno… il presepio continua a pregare. Senza di loro.
Ai bambini risulta anche molto naturale e logico che le figure del presepio (anzi, diremmo meglio, gli “oranti” del presepio) non siano rivolti verso di noi, ma verso il fondo della scena, verso la culla dove verrà deposto il Bambino.
Alcuni stanno un po’ di tre quarti, o li vediamo di profilo…
Ma altri ce li troviamo proprio di spalle, rivolti verso la culla in fondo alla stalla.
E capita che qualche adulto passi di lì e giri un poco le statuine perché guardino in fuori… è più estetico…; luccicano di più le facce delle statuine, già che non sono costate poco e bisogna pur ottimizzare un po’ i costi.
In definitiva (ma questo è un pensiero da adulti) il presepio è lì per fare scena…
Ma se fortunatamente in quella casa non mancano i bambini, loro stessi si incaricheranno di ri-orientare le immagini verso il fondo della scena, verso la culla, verso il trono del Dio Bambino.
I bimbi sono cocciuti, e come capita anche nei loro giochi così pieni di rituali inviolabili, su questo punto non sono disposti a negoziare: la mucca, il bue, la capra e l’asino, tutti i pastori, re magi e dromedari, e - ovviamente - Maria e Giuseppe, tutti devono guardare il Bambino, lo sanno tutti, e loro lo sostengono con logica implacabile.
Ma non ti sembra che questi pastorelli qui ci diano le spalle e coprano un poco il Bambino? Allora il piccolo, con un gesto di impazienza, risponde che no!, non ci danno le spalle. Non capisci che sono arrivati prima di noi? nessuno potrà strappargli la certezze fondamentale che ci si deve mettere a pregare con gli oranti del Presepio, nella loro stessa direzione, rivolti verso la sacra Culla.
Un altro esempio felice della facilità con la quale la purezza infantile sa pregare davanti al presepio è la culla vuota. I bambini imparano senza fatica che è così perché deve essere così.
A chi può saltare in mente di mettere il Bambino prima del tempo? Nel loro magico realismo, i bambini non rinunciano né alla magia né alla realtà. La loro genialità consiste giustamente nel tenere tutto strettamente insieme.
A loro non disturba il fatto che il presepio durante tutto l’Avvento manchi del Bambinello, anzi.
Mettere tutti i personaggi, uno alla volta, orientati in attesa verso la culla vuota, fino alla imminente Manifestazione e pregare con loro il lieto conto alla rovescia… è parte irrinunciabile e non negoziabile della magia, del rito, del gioco… della fede pura fatta magia, rito e gioco.
Il Natale è come una cascata di paradossi: nulla risulta più normale per i bambini che questo compleanno sia di Gesù, ma che i regali siano tutti per loro… o il fatto che sia un neonato ma allo stesso tempo che sia Dio… che nasca proprio davvero, ma che allo stesso tempo questo fatto si ripeta ogni anno… che il presepio sia inospitale, ma sia anche il posto migliore del mondo… come anche che questa notte sia allo stesso tempo inquietante e serena, triste e felice…
I bambini non vivono i paradossi come una complicata tensione bipolare: imparano a tenere tutto insieme come tutto d’un tratto imparano ad allacciarsi le scarpe.
È bello e gratificante insegnare a pregare ai più piccoli davanti al Presepio. Non smettiamo di provarci.
I bimbi sono il nostro ottavo sacramento, e possono curarci dalle nostre moderniste e complicate tare da adulti, restituirci l’innocenza perduta, lo sguardo puro, la fede cristallina.
Buon Natale!
(Testo di Diego de Jesus)
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