01 ottobre 2022 - Si parte da San Vigilio di Marebbe classico paese Ladino in direzione Rifugio Pederù. Per arrivare al rifugio invece che la classica strada in asfalto decidiamo di seguire il bellissimo sentiero che costeggia il torrente con continui passaggi tra una sponda e l'altra immersi nei boschi non ci accorgiamo minimamente dei 400 metri di dislivello che ci portano al rifugio.
Da qui parte il tratto più duro del nostro itinerario, ci aspetta una salita molto impegnativa con tornantini inizialmente cementati e poi in sterrato che rapidamente ci portano in quota, le pendenze impegnative oltre il 27% ci portano a prendere svariate pause e passaggi a piedi per l'elevata pendenza, superato il tratto più duro in leggera discesa arriviamo al Rifugio Fodara Vedla.
Dopo una piccola pausa per foto, dronate e rifornimento di acqua si riparte in leggera salita sulla forestale che ci porterà al terzo ma no ultimo rifugio della giornata il Sennes, la forestale ci immerge in panorami e viste mozzafiato il tempo non è dei migliori perchè la giornata è nuvolosa ma rimaniamo estasiati dopo ogni curva alla vista della maestosità del luogo.
Arrivati al rifugio percorrendo un ultimo tratto in leggera discesa che originariamente era una pista di atterraggio per gli aerei della prima guerra mondiale, dal rifugio si possono i ammirare alcune delle più belle vette dolomitiche Croda Rossa (m. 3146), Cristallo (m. 3221), Sorapis (m. 3205) e Tofana (m. 3243).
Il tempo è tiranno e se vogliamo rispettare i tempi dobbiamo rimetterci in sella in direzione del Biella ultimo rifugio di giornata, ci incamminiamo sulla forestale che salendo ancora di quota ci porta al Rifugio, il paesaggio diventa sempre più roccioso e la vegetazione pian piano sparisce.
Incominciamo a scorgere il rifugio in lontananza, ci manca ancora poco e ci siamo la meritata pausa, il pranzo ci aspetta.
Finalmente siamo arrivati al Biella a 2327 metri di altezza situato proprio sotto la Croda del Becco appena arrivati ci accorgiamo di essere tornati indietro nel tempo un rifugio che mantiene la sua storia e la sua unicità.
Dopo la pausa ci aspetta una piccola spallata per salire un centinaio di metri per arrivare alla partenza del sentiero che in una lunga discesa ci porterà al Lago di Braies, inconsciamente ma volontariamente ci accingiamo a percorrere un tragitto che sulla carta sembrerebbe possibile ma subito la montagna ci ricorda le sue difficoltà e la discesa risulta molto impervia e in molti tratti dobbiamo scendere dalla bici.
Le difficoltà non ci abbattono e dopo una faticosa discesa e salite con bici in spalla riusciamo ad intravvedere il Lago di Braies un posto incantato immerso tra le montagne.
Stremati e molto in ritardo riusciamo ad arrivare al lago, il giro purtroppo finirà poco più avanti in quanto non riuscendo ad arrivare in tempo utile agli impianti ci siamo dovuti accontentare di tornare in taxi a parte qualcuno che con un pulmino sono saliti al Passo Furcia e poi attraverso dei bellissimi sentieri sono arrivati a San Vigilio di Marebbe.
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