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Come usare le posate in autosvezzamento?

Dal momento che in alcuni articoli blog o video youtube ho visto demonizzare l’uso del cucchiaino e delle posate, ho deciso di creare un capitolo ad hoc proprio per loro.

Il motivo per cui alcune persone sconsigliano l’uso del cucchiaino e delle posate consiste nel fatto che spesso, il loro utilizzo è associato alla pratica di ‘’imboccare passivamente’’ il bambino.
Per esempio, quando si inizia lo svezzamento tradizionale con le pappe, il genitore si pone di fronte al bambino e, tenendo la ciotola con l'omogeneizzato lontano dalla portata del bambino, lo imbocca passivamente, senza che lui abbia il tempo di capire cosa e quanto stia mangiando.
Ovviamente, questo non va bene.
Il bambino deve essere il soggetto attivo dell’autosvezzamento, sperimentando, manipolando e regolandosi a suo piacimento.
Il mio consiglio è quello di non demonizzare ingiustamente le posate ma, quando le usate, di farlo in modo intelligente.
vi faccio degli esempi per spiegarmi esaustivamente.
Se il piatto che state proponendo al bambino si compone di cibi solidi facilmente prendibili dal bambino, potreste fare a meno delle posate; questo, per esempio, è il caso degli spaghetti al sugo, dove il bambino può prenderli con le mani e portarseli alla bocca.
Se il piatto del giorno è composto da riso rosso con lenticchie e zucchine, potrebbe essere utile usare le posate.
In questo caso, la cosa importante è lasciare sempre al bambino la possibilità di toccare il cibo con le mani, manipolarlo e portarselo alla bocca.
Di pari passo, il genitore può precaricare il cucchiaino con il riso, mostrarlo al bambino adagiandolo sul piatto e aspettare che il bimbo abbia voglia di mangiarlo, afferrando il cucchiaino o il polso del genitore; in questo caso, puoi accompagnare il cucchiaino alla bocca del bambino.
Come avrai capito, nonostante vengano usate le posate, il bambino rimane un soggetto attivo e partecipe del pasto; è lui che decide se, quanto e quando mangiare.
Un’altra accortezza di cui ti voglio parlare è la seguente: se noti che il tuo bimbo è attratto dal cucchiaino e dalle posate, potresti procurartene due o più.
In questo modo, mentre lasci che il tuo bimbo mangi autonomamente e si lecchi di gusto il cucchiaino che hai precaricato, tu puoi prepararne un altro senza fretta.
Durante l’autosvezzamento potresti ritrovarti ad usare non solo il cucchiaino ma anche la forchettina, magari infilzando la pasta o avvolgendo gli spaghetti, per poi lasciare che sia il bambino a portarseli alla bocca
Anche in questo caso la scelta è a vostra discrezione.
Per quanto mi riguarda in autosvezzamento non è vietato l’utilizzo di posate, anzi.
Un altro motivo per cui non demonizzare senza senso le posate consiste nel fatto che può capitare anche a noi adulti di consumare una vellutata o passato di verdura.
In questo caso, l’uso del cucchiaino sarà necessario.
In conclusione, il concetto che voglio trasmettervi è quello di rispettare i tempi e la voglia del bambino, lasciate che sia lui a prendere la posata o a prendervi la mano; è così che vi darà il segnale di aiutarlo a portarsela alla bocca.
Procedendo in questo modo, non lo stai imboccando passivamente, anzi; gli stai insegnando l’utilizzo delle posate.
A questo punto concludo il capitolo dandoti un ultimo suggerimento.
Se sarete voi ad aiutare il vostro bambino con le posate, vi consiglio di acquistare fin da subito le posate in acciaio con manico cicciottello in plastica affinchè sia facilmente prendibile dal bambino, proprio come queste.
Vi consiglio l’utilizzo di queste posate sia per il discorso fatto sugli interferenti endocrini sia perché quando il vostro bambino utilizzerà da solo la forchetta gli risulterà più facile infilzare gli alimenti.
Se volete invece dei cucchiaini che il vostro bimbo possa gestire fin da subito in autonomia potete acquistare dei cucchiaini “pre-spoon” e delle posate in silicone.

Come avrete capito non c’è un’indicazione unica, un comportamento giusto o sbagliato.
Credo quindi che la scelta sull’utilizzo degli utensili dipenda da voi genitori e dall’unicità del vostro bambino.
Magari inizierete in un modo e ben presto capirete che l’esigenza del vostro bambino è un’altra, osservatelo e troverete la strada giusta per voi!

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