Caserta Nel tardo pomeriggio di ieri, a Villaricca (Na), gli agenti della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore dr. Rodolfo Ruperti, in collaborazione con il servizio centrale operativo ed il servizio di polizia scientifica della polizia di stato, con l'ausilio di equipaggi del reparto prevenzione crimine del servizio controllo del territorio, ha tratto in arresto i latitanti Antonio Alluce, alias "a' minaccia", nato a Caserta il 21-2-1976, pregiudicato, e Davide Granato, nato a Napoli il 17-10-1975, pregiudicato, entrambi colpiti da provvedimento di fermo emesso il 10 ottobre 2008 per associazione di tipo mafioso aggravata dalle finalita' terroristiche dalla Procura Distrettuale Antimafia di Napoli nei confronti di Giuseppe Setola e di altri componenti del sanguinario gruppo, organico al clan "Bidognetti".
I due affiliati sono stati sorpresi all'interno di un appartamento ubicato al primo piano di un condominio sito nella prima traversa di via Antica Vecchia consolare campana a Villaricca dove avevano trovato rifugio e nel quale e' stata rinvenuta anche una pistola semiautomatica "Walter p 99" cal 9x21 completa di munizionamento e perfettamente efficiente. Sia Alluce che Granato hanno tentato di dileguarsi da una finestra, ma non vi sono riusciti perche' immediatamente gli agenti che avevano accerchiato il covo, per impedire la fuga dei latitanti hanno esploso diversi colpi d'arma da fuoco a scopo intimidatorio. Alluce e Granato erano da tempo noti per la loro appartenenza al clan Bidognetti, nell'ambito del quale si erano distinti negli anni scorsi per fedelta' ed affidabilita'.
Ad essi, infatti, erano conferiti compiti di assoluta fiducia quali la riscossione delle estorsioni sul litorale domitio ed il supporto logistico dei membri del clan latitanti, a cui fornivano la necessaria assistenza negli spostamenti e nella individuazione dei rifugi, mantenendo poi i contatti tra questi e gli altri affiliati. Negli ultimi mesi, allorche' Giuseppe Setola si dava alla latitanza, costituendo l'ormai tristemente noto gruppo di fuoco, con l'obiettivo di inaugurare una strategia criminale che, attraverso azioni criminose efferate e spietate, incutendo il terrore nella cittadinanza, si proponeva di consolidare il potere criminale della organizzazione, egli si affidava ad un manipolo di fedelissimi del "clan Bidognetti" tra i quali i due arrestati.
In questa fase Alluce e Granato hanno assunto un ruolo di maggior rilievo venendo direttamente coinvolti nei processi decisionali del gruppo Setola e nella attuazione delle eclatanti imprese criminose di cui si e' resa protagonista negli utimi mesi. Le indagini della squadra mobile circa il ruolo di protagonisti di Alluce e Granato hanno, peraltro, trovato puntuale riscontro nelle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia quali Massimo Iovine, Oreste Spagnuolo e di Emilio Caterino.
In particolare e' stata accertata la partecipazione alla strage del 18 agosto del 2008, perpetrata in via Battisti a Castel Volturno allorche' Giuseppe Setola ed i suoi sodali esplosero numerosi colpi di armi da fuoco micidiali, comuni e da guerra, all'indirizzo di un'abitazione ove dimoravano un gruppo di cittadini extracomunitari, quattro dei quali rimanevano gravemente feriti.
In quella circostanza sia alluce che granato vi partecipavano con compiti esecutivi. Dopo l'arresto di spagnuolo oreste, letizia giovanni e cirillo alesandro ed il rinvenimento del loro arsenale, si accertava, attraverso perizie balistiche e sofisticati accertamenti tecnici, che le armi utilizzate in quella occasione erano state poi impiegate anche in altri episodi di sangue ed in particolare nella strage del 18 settembre scorso quando, sempre a castelvolturno, localita' ischitella, in una sartoria, venivano trucidati 6 cittadini extracomunitari.
Risulta accertato anche il loro diretto coinvolgimento nelle attivita' estorsive in danno di imprenditori del litorale domitio. In particolare alluce si rendeva responsabile, insieme a Giuseppe Setola ed altri componenti del gruppo, di richieste estorsive ed azioni intimidatorie nei confronti di Raffaele Granata, titolare del lido "La Fiorente", poi assassinato verosimilmente per non essersi piegato alle richieste del clan. I due arrestati sono indiziati di avere partecipato, quantomeno con compiti di supporto logistico, alla consumazione di altri gravi episodi delittuosi tra il maggio e l'ottobre scorso.
L'arresto dei due ricercati e' frutto di un paziente lavoro investigativo, supportato anche dal ricorso a dispositivi di intercettazione ambientale e telefonica, che nelle ultime settimane ha permesso alla polizia di arrestate alcuni fidatissimi ed affidabili fiancheggiatori del gruppo setola tra i quali Salvatore Santoro, detto "Salvaturiello", Massimiliano Napolano e Vincenzo Cirillo.
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