Problemi fiscali per gli italiani che lavorano all’estero e temporaneamente in smart-working in Italia causa covid-19.
A causa della pandemia migliaia di italiani residenti all’estero sono tornati temporaneamente in Italia continuando a lavorare in smart-working per il loro datore di lavoro estero. Ad oggi, in carenza di opportune disposizioni che deroghino i criteri di residenza fiscale e la tassazione dei redditi “da smartworking transfrontaliero”, i contribuenti che hanno trascorso più di 184 giorni nell’anno solare in Italia potrebbero incorrere in importanti conseguenze di natura fiscale. Ulteriori problemi potrebbero sorgere per i regimi speciali, in particolare quelli dei lavoratori impatriati, pensionati esteri e neo-residenti. Per l’anno 2020, in linea con le recenti raccomandazioni elaborate dall’OCSE e considerando gli effetti delle restrizioni alla mobilità internazionale sia in Italia che all’estero, procedere con una deroga generale dei criteri di residenza fiscale e, allo stesso tempo, non dare rilevanza domestica ai redditi derivanti dallo smart-working transfrontaliero paiono soluzioni di assoluto buonsenso
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