Ermando Parete, vittima dell'olocausto, recentemente scomparso, era l'ultimo dei sopravvissuti italiani a Dachau. Dopo l'otto settembre 1943, prigioniero dei partigiani jugoslavi, fuggito, scambiato per una spia e catturato dai partigiani italiani, minacciato di esecuzione sommaria, ha poi addestrato una squadra partigiana ma voleva solo tornare in Abruzzo, iniziato il rientro verso casa catturato dalle SS e incarcerato ad Udine, ha rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò per fedeltà all'Italia, torturato, internato a Dachau, vittima di pestaggi selvaggi, crudeli esperimenti e lavori forzati, ridotto al peso di 29,7 Kg. Quando gli americani hanno fatto irruzione a Dachau era di fronte al plotone d'esecuzione, liberato è ritornato a piedi, in Abruzzo, dalla Germania. Appena a casa si è rifocillato, già il giorno dopo, con la madre che aveva fatto voto al Volto Santo di Manoppello, sì è rimesso in cammino per raggiungere il santuario del dove ha ringraziato per essere sopravvissuto.
Testimone della Shoah aveva fatto della memoria lo scopo dei suoi ultimi anni di vita.
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