Mikhail Pavlovich Shishkin, nato a Mosca nel 1961, è uno scrittore russo considerato uno dei maggiori autori contemporanei del suo Paese, dove ormai non vive più. Nel 2013 si è rifiutato di essere rappresentante all'USA Book Expo a causa della politica di Putin, di cui è un fervente oppositore. Negli anni Novanta si è trasferito a Zurigo, dove lavora come insegnante e traduttore per i rifugiati, dedicandosi sempre alla valorizzazione della cultura, dell'arte e della letteratura russa. Con i suoi romanzi, tradotti in molte lingue, ha incontrato ampio favore di critica e pubblico, ottenendo numerosi premi tra cui il National Bestseller Prize per Capelvenere (Voland, 2006), il Booker Prize russo per La presa di Izmail (Voland, 2007) e il Grinzane Cavour-Mosca 2007.
Il libro di cui discuterà il 2 dicembre nella sede del Castello Ladislao di Arpino è Punto di Fuga, romanzo edito in Italia da "21lettere" il 3 marzo 2022 tradotto da Emanuela Bonacorsi e vincitore del premio Strega Europeo 2022.
Si tratta di un epistolario tra due giovani innamorati russi, Volodya e Sasha, separati dalla guerra e distanti nello spazio e nel tempo. È come se fosse un punto di fuga inverso: se nell’arte o nell’architettura designa due linee parallele che convergono in un punto, attirando la nostra attenzione, in questo romanzo è proprio dall’amore iniziale che si distaccano le loro vite, divergendo sempre più, fino a scorrere una a fianco all’altra. Il ricordo del loro amore e la speranza di poterlo vivere ancora li spingono a non arrendersi e a non demordere nella ricerca della loro felicità, così che la fuga è tra le righe di quelle pagine.
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