Con il volto travisato, vestiti di nero, con armi in pugno e l’immancabile dicitura 52100, il codice postale di Arezzo, per marcare il territorio. Così la baby gang “famiglia Montana” seminava il panico tra giovani e giovanissimi ad Arezzo negli ultimi mesi con rapine, aggressioni, minacce aggravate, commesse anche con l’utilizzo di armi improprie come coltelli, tirapugni e colli di bottiglia.
Dopo l’arresto del capo, un 20enne, è stata sgominata l’intera baby gang.
In tutto nove le misure cautelari eseguite questa mattina dalla Polizia di stato assieme alla Polizia municipale di Arezzo e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine. In sei sono finiti in carcere e tre in comunità, tutti minori di età compresa tra i 16 ed i 17 anni.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Firenze e condotte dalla Squadra mobile della Questura di Arezzo e dal nucleo investigativo della Polizia municipale.
L’ordinanza del Gip ha confermato l’ipotesi investigativa che inquadra la baby gang come una vera e propria associazione a delinquere caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno. Un sodalizio estremamente forte quello che si era consolidato nella “famiglia Montana”.
Una denominazione utilizzata dal capo della baby gang, un cantante rap e che deriva dal nickname “Montana”, con un chiaro riferimento al personaggio cinematografico Tony Montana del film “Scarface”.
Il modus operandi era sempre lo stesso. La vittima, spesso sola e minorenne, veniva avvicinata con un pretesto per poi ritrovarsi improvvisamente accerchiata dal branco che con violenza si impossessava di telefonini, cuffie o portafogli. Ogni componente della banda aveva un preciso ruolo: c’era chi attirava la vittima, chi materialmente l’aggrediva, mentre gli altri fungevano da “palo” per avvisare dell’eventuale presenza delle forze dell’ordine.
Alcune aggressioni sono state compiute anche solo per uno sguardo “sbagliato” o solo perché il gruppo non “gradiva” la presenza di un ragazzo in Piazza Sant’Agostino, più volte citata nei post diffusi sui social come la loro “fottuta piazza”. In un caso, come è emerso dall’analisi dei tabulati telefonici, era stata organizzata una spedizione punitiva verso un clochard che, con il suon cane avrebbe infastidito la baby gang in Piazza Sant’Agostino.
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