CENTRO STUDI ARTE SACRA
Visita del 23 ottobre 2024
Paolo arch. prof. Gioffreda
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Basilica di San Pietro in Vincoli - Mosè di Michelangelo
Il Mausoleo di Giulio II, è un cenotafio, fu terminato dagli allievi di Michelangelo Buonarroti e consiste in una semplice facciata con sei nicchie per le statue, ben poca cosa rispetto all’originario progetto dell’artista che avrebbe voluto realizzare una tomba con 40 statue.
I “Prigioni”, un gruppo di sei statue di figure incatenate in varie pose come prigionieri, oggi sono nella Galleria dell’Accademia a Firenze (i quattro non-finiti) ed al Museo del Louvre a Parigi (i due quasi-finiti).
Ai lati del Mosè vi sono le statue ritenute di Lia e Rachele e/o alle personificazioni delle Virtù Teologali di Fede e Carità, simboli della vita attiva e contemplativa, che Michelangelo fece completare da Raffaello di Montelupo.
Sopra il Mosè vi è la statua giacente di Giulio II, a lungo attribuita a Maso del Bosco, anche se ultimamente, dopo i restauri del 2000, si ritiene possa essere opera dello stesso Michelangelo.
Le restanti figure in alto sono, a sinistra, una Sibilla ed a destra un Profeta e la scultura raffigurante una Madonna in piedi con il Bambino.
La figura potente e maestosa di Mosè è raffigurata durante il momento forse più importante della sua vita. Le tavole dei Dieci Comandamenti indicano che egli è sceso dal Monte Sinai portando le leggi di Dio per il popolo di Israele.
Poiché Giulio voleva che il suo monumento fosse esemplare, Michelangelo progettò una camera sepolcrale che sarebbe stata una vera e propria struttura architettonica, con statue di figure dell'Antico e del Nuovo Testamento a diversi livelli.
La figura di Giulio era posizionata in alto, e le figure allegoriche delle arti e delle virtù sarebbero state posizionate sotto e intorno a lui.
Questa è l'ultima delle sculture di Michelangelo realizzate per la tomba commissionata da Papa Giulio II nel 1506.
Tuttavia, il monumento fu cambiato più volte a causa delle difficoltà con gli eredi del Papa e, quando finalmente fu terminato nel 1542-1545, fu notevolmente ridotto rispetto all'originale e collocato non più nella cattedrale di San Pietro ma in questa chiesa, molto più piccola, dove Giulio era stato cardinale.
Nel 1505 Michelangelo lascerà nuovamente Firenze per Roma, su richiesta di papa Giulio II. "Era stato Giuliano da San Gallo a richiamare l'attenzione del Papa su Michelangelo, che conosceva fin dai tempi in cui il giovane mezzo adulto godeva del favore di Lorenzo de' Medici". Michelangelo e Giulio II avrebbero avuto molte discussioni sulla sua tomba, poiché era molto importante per un leader papale lasciare un'eredità. Nell'aprile del 1505 il papa approvò uno dei disegni di Michelangelo per la tomba, e in una citazione, Michelangelo disse che:
"Il mausoleo papale supererebbe in bellezza e orgoglio, ricchezza di ornamenti e abbondanza di statue, ogni antica tomba imperiale".
Fu concordato che la tomba sarebbe stata terminata entro cinque anni e che la tomba sarebbe stata costituita da un grande edificio di marmo e avrebbe incluso oltre quaranta statue.
All'inizio della progettazione della tomba fu concordato che sarebbe stata collocata all'interno della Basilica di San Pietro. Ma, in questo periodo, la chiesa era fatiscente e doveva essere restaurata.
Papa Giulio avrebbe assunto l'architetto Bramante per il nuovo Complesso basilicale di San Pietro, e avrebbe perso interesse per la tomba che aveva commissionato a Michelangelo.
Era chiaro che Giulio era diventato, stranamente, disinteressato alla tomba, non aveva anticipato denaro a Michelangelo per le spese e presto Michelangelo avrebbe visto sempre meno il Papa.
Nel 1513, quattro mesi dopo l'inaugurazione della Cappella Sistina, Papa Giulio II morì. Poco dopo la sua morte Michelangelo firmò un nuovo contratto con l'erede di Giulio II, il nipote cardinale Aginensis. Fu in questo periodo che Michelangelo avrebbe avuto uno dei suoi più lunghi periodi di lavoro ininterrotto.
Il progetto prevedeva anche una camera funeraria una stanzetta, a guisa d’un tempietto, in mezzo della quale era un cassone di marmo, forse di forma ovale. Vi si accedeva da una porta alloggiata nella nicchia centrale del primo ordine (dove ora siede il Mosè). Nel sacello era probabilmente prevista anche la grande statua del papa seduto, ritratto come san Pietro, rimasta incompleta nello studio dell’artista dopo la sua morte.
Dopo la morte di Giulio, Michelangelo fu "costretto a ridurre gradualmente la scala del progetto fino a quand.o, nel 1542, un contratto finale specificava una semplice tomba a muro con meno di un terzo delle figure originariamente previste". Fu il risultato di un continuo compromesso tra gli eredi del papa spazientiti e un Michelangelo sempre più impegnato con altre commissioni, e meno propenso a dedicare le sue energie al monumento.
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