La ricerca contro l’Alzheimer finalmente è a un punto di svolta. Una nuova molecola, il lecanumab, somministrata nelle fasi iniziali della malattia, ha dimostrato di avere la capacità di rallentarne sensibilmente l’evoluzione, agendo sul principale meccanismo di decadimento, spazzando via cioè l’amiloide, la sostanza che il cervello non riesce più a smaltire e che blocca l’attività dei neuroni.
Lecanemab è dunque non un semplice sintomatico, ma il primo vero farmaco causale anti Alzheimer, e come tale, sorprendendo anche gli addetti ai lavori, ha ottenuto l’approvazione accelerata dell’FDA, l’agenzia americana del farmaco, superando in pieno l’esame dello studio Clarity.
A questo trial internazionale ha contribuito anche l’équipe del prof. Giancarlo Logroscino dell’Università di Bari.
La molecola messa a punto nei laboratori giapponesi Eisai e commercializzata dall’americana Biogen, è un anticorpo diretto contro l’amiloide, la sostanza che si accumula lentamente nel cervello in forma di placche che soffocano, attraverso varie modalità, l’attività delle cellule cerebrali, causando perdita di memoria, progressiva degenerazione cognitiva e portando a morte i neuroni.
Allo studio Clarity hanno collaborato oltre 200 centri nel mondo.
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