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In questa videolezione vediamo insieme dove e come è nato il concetto di meccanismo di difesa e quali sono state le evoluzioni del concetto in psicologia.
Il padre dei meccanismi di difesa è sicuramente lui, Sigmund Freud il quale è stato il primo a parlare di questi meccanismi di difesa che, secondo lui, erano processi psichici che venivano messi in atto inconsciamente dall’individuo per difendersi da qualcosa. Inizialmente, Freud classifica tutti i meccanismi di difesa sotto il termine di “rimozione” per poi, invece, distinguere 4 tipi di meccanismi di difesa: rimozione, sublimazione, spostamento e formazione reattiva.
Fu però la figlia di Freud, Anna, a focalizzare il proprio studio clinico sui meccanismi di difesa redigendo anche una classificazione dei meccanismi di difesa chiamata Indice Hampstead. È famoso il suo libro “L’Io e i meccanismi di difesa” che vi consiglio di leggere se volete approfondire l’argomento.
Un altro autore che si occupò dei meccanismi di difesa fu Hartmann, un esponente della psicologia dell’Io che definì i meccanismi di difesa come processi psicologici attuati dall’IO utilizzando energia aggressiva depulsionalizzata ossia parzialmente scaricata.
Come potete vedere, sia Freud, padre e figlia, sia Hartmann pensavano che i meccanismi di difesa avessero uno scopo difensivo di fronte ai conflitti. Ci volle Kernberg per aggiungere un ulteriore importante scopo dei meccanismi di difesa che non servono solo a gestire i conflitti ma sono anche utili per lo sviluppo del sé e per lo sviluppo delle relazioni oggettuali. I meccanismi di difesa non hanno più solo uno scopo intrapsichico ma hanno anche un importante ruolo adattivo dell’individuo per salvaguardare l’integrità del sé, come sosteneva Kohut.
Se il padre dei meccanismi di difesa è sicuramente Sigmund Freud, nella psicologia odierna, l’autore che ha dato il maggior contributo e una accurata classificazione dei meccanismi di difesa è Vaillant il quale ritiene che un meccanismo di difesa è tale se è reiterato e consolidato nel tempo e ha una funzione adattiva per l’individuo. Vaillant divide le difese in due macro categorie: quelle adattive che consentono una gratificazione delle pulsioni senza distorsione della realtà e quelle disadattive dove vi è una grande distorsione della realtà.
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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.
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Breve storia dei meccanismi di difesa
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