Il ricco commendatore Bonelli, Gino Cervi, è proprietario di una splendida villa, che sorge in una località marina di fronte a una pittoresca insenatura. La vista che si gode dalla villa è però minacciata dalla presenza di una ospizio per anziani, che era stata parzialmente distrutta durante la guerra, e che ora si vuole ricostruire. Il commendatore ha delle conoscenze altolocate e potrebbe impedire il progetto, ma il vicesindaco appoggia le rivendicazioni popolari.
Un avvocato, che è anche assessore comunale facente funzione di sindaco, ha il difetto di ritenersi un abile oratore, e da questo il commendatore cerca di trarre profitto offrendogli di tenere il discorso di inaugurazione della villa alla presenza di molte autorità e della televisione. Egli però pone una condizione: l'avvocato otterrà l'incarico, se dichiarerà in pubblico di voler impedire la deturpazione del panorama. Il vicesindaco è disposto ad accettare, anche perché nel frattempo le sue idee democratiche hanno subito un duro colpo con la fuga da casa del figlio, fidanzatosi con la figlia dello spazzino comunale.
Tale fidanzamento era stato inizialmente vietato dallo stesso padre della ragazza, con modi rudi che prevedevano anche ripetuti schiaffi alla propria figlia. Nel momento in cui lo stesso netturbino, attraverso malintesi, arriva a parlare col sindaco del fidanzamento tra i due giovani, il sindaco, Vittorio de Sica, vieta in modo indiscutibile tale possibilità, prima facendo un quadro dei tempi necessari affinché i ragazzi possano crescere, arrivando allo Sbarco sulla Luna, che prevede per il 1970, poi con minaccia di licenziamento immediato del netturbino stesso. Intanto i vecchietti, stanchi di aspettare, iniziano la costruzione dell'asilo. A questo punto l'avvocato fa una promessa solenne davanti alle telecamere, e poi dà al figlio il permesso di sposarsi. I due giovani, dopo un tentativo di suicidio, vengono fermati da un poliziotto e riportati a casa; il commendatore deve accettare così il fatto compiuto.
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